Andrej Soldatov, esperto dell’intelligence di Mosca, in un’intervista a ‘La Repubblica’ si sofferma sull’attentato avvenuto a Mosca nei giorni scorsi.
L’attentato di Mosca continua ad alimentare il dibattito internazionale. Nessuno si aspettava un attacco simile e in molti si chiedono come l’Isis sia riuscito a colpire la capitale russa. Difficile rispondere in questo momento alla domanda, ma per Andrej Soldatov c’è un problema di fiducia tra i Paesi oltre che all’interno dei servizi locali.
L’esperto dell’intelligence russa ai microfoni de La Repubblica sottolinea che Mosca non è assolutamente preparata agli attacchi e c’è bisogno di una collaborazione con gli altri Stati per provare a intercettare in anticipo eventuali attentati ed evitare tragedie simili.
In questi giorni Putin ha parlato dell’attentato ammettendo l’operato di estremisti islamici, ma non è andato ad accusare direttamente l’Isis. Dal Cremlino si continua a dare colpe a Kiev e all’Occidente. “Non lo fa perché ha bisogno di avere dei margini di manovra – spiega ancora l’esperto – e poi creare diverse narrazioni consente alla sua macchina di propaganda di sfruttare le opportunità offerte da questo attacco”.
Soldatov ribadisce che in Russia c’è un vero problema di sicurezza e questo non rende la gente sicura. Per cambiare un po’ la situazione ci vorrebbe un vero Parlamento o media liberi. Ma, non essendoci, i cittadini non possono fare nulla per cambiare la situazione”.
Di certo quanto successo in Russia spaventa il mondo. Fino ai mesi scorsi, infatti, si parlava di un Isis ormai in fase di declino. La situazione, però, sembra essere completamente differente. Gli estremisti islamici continuano il loro lavoro e non sono da escludere ulteriori attacchi nei prossimi mesi. Per questo motivo si è deciso di alzare i controlli soprattutto in vista della Pasqua.