Alessandro Ballan in esclusiva ai nostri microfoni sul prossimo Giro delle Fiandre (corsa che lui ha vinto nel 2007): “Mi aspetto attacchi da lontano”.
La campagna del Nord per il ciclismo sta per iniziare. Il primo appuntamento è con il Giro delle Fiandre. Domenica 31 marzo (giorno di Pasqua ndr) i ciclisti saranno chiamati ad affrontare una delle classiche monumento più amate dagli appassionati di questo sport. La nostra redazione ha contattato in esclusiva Alessandro Ballan, che l’ha vinta nel 2007, per fare il punto della situazione e capire chi può vincere questa corsa.
Alessandro Ballan, cosa dobbiamo aspettarci da questo Giro delle Fiandre?
“Mi aspetto un Giro delle Fiandre aperto e con attacchi da lontano. Ci sono due/tre che fanno la differenza e tutti gli altri sono costretti a fare un tentativo dalla distanza. Altrimenti si devono accontentare di un piazzamento. Mi aspetto una Lidl-Trek e la stessa Visma che aprano le danze“.
Van der Poel il grande favorito oppure van Aert e Pedersen possono metterlo in difficoltà?
“Sono tutti e tre allo stesso livello. Van Aert ha pochi giorni di gare nelle gambe, ma penso che sua condizione sia migliore rispetto alle ultime gare. Van der Poel alla Gand-Wevelgem è sembrato stanco. Anche lui però ora potrebbe aver recuperato. Perdersen, invece, è in netta crescita, ha il morale alto. Non è facile vincere in una volta a due con van der Poel. E avrà anche la squadra più forte“.
Cosa attenderci dagli italiani?
“Il nome che mi viene più in mente è quello di Bettiol. Non sappiamo le sue condizioni dopo la caduta alla Gand-Wevelgem. Ma Alberto lo conosciamo bene, è un ragazzo estroverso e che dà sempre il massimo. Se ci sarà l’occasione ci proverà“.
Lei ha vinto questa corsa nel 2007. Cosa si prova a conquistare il successo in una classica simile?
“Il Giro delle Fiandre è la gara più bella da vincere per il pubblico e non solo. Poi per me è stata anche la prima classica. Vincerla significa entrare nella storia del ciclismo“.
Vincere il Giro delle Fiandre significa affrontare nel migliore dei modi anche le altre classiche del Nord?
“Nel ciclismo è fondamentale il morale. Per fare la differenza serve anche questo“.