In una intervista rilasciata al ‘Corriere della Sera’ è intervenuto il portavoce degli 007 di Kiev, Andrij Chernyak
Per Andrij Chernyak non ci sono dubbi: l’attuale portavoce degli 007 di Kiev, al ‘Corriere della Sera‘, afferma che i russi hanno interessi molto forti in questo attentato (al “Crocus City Hall” dove sono state uccise 139 persone) che li ha visto vittime nella serata di venerdì. Tanto è vero che, sin da subito, hanno puntato il dito contro Kiev, secondo loro, colpevole di tutto questo. Russia, Mosca, Cremlino e soprattutto Vladimir Putin puntano il dito contro l’Ucraina e, di conseguenza, ai loro servizi segreti.
Non condivide il messaggio del Cremlino che, giorni fa, aveva annunciato che i presunti terroristi avevano raggiunto la regione di Bryansk, a pochi passi dall’Ucraina. Per un semplice motivo: ovvero che reputa impossibile il fatto che abbiano potuto raggiungere quel posto, pieno di controlli e polizia, in così poco tempo. Bugie su bugie, quindi, per il portavoce dei 007 di Kiev. Insiste nel dire che i russi hanno un certo “interesse” in questo attentato.
Quando gli viene posta questo tipo di domanda la risposta non si fa attendere: “Se si tiene conto del raggio di azione dei servizi russi e della loro capacità di penetrazione nelle organizzazioni terroristiche allora la tesi sul presunto coinvolgimento dei servizi segreti di Putin non sembra essere affatto strana. La differenza tra Fsb e gruppi terroristici non c’è visto che la radice non cambia, ovvero il male“.
Attentato Mosca, Chernyak: “Ecco perché l’attacco giova a Putin…”
Un attentato che potrebbe essere giustificato da Mosca per quanto riguarda la mobilitazione totale della popolazione russa e della guerra che si sta verificando in Ucraina. Nel corso dell’intervista ci ha tenuto a sottolineare come il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, già prima di venerdì abbia utilizzato la parola “guerra” e non “operazione militare speciale“. Anche perché, fino a questo momento, non era mai successo. Per Chernyak, invece, c’è anche altro: una nuova mossa da parte del Cremlino.
Le dichiarazioni da parte dei funzionari russi sul ripristino della pena di morte, sulle quattro persone arrestate, non fa altro che confermare l’approccio basato sulla brutalità sia nel Paese invasore che quello invaso. Ossia? I servizi speciali di Putin potrebbero utilizzare la definizione di “terrorista” contro chiunque e giustiziare in maniera “legale”.
In conclusione rivela: “Non è da escludere che la Russia utilizzi l’argomento della lotta all’Isis ed al terrorismo generale per rompere l’isolamento internazionale, distogliendo l’attenzione del mondo dai crimini di guerra commessi in Ucraina ogni giorno“.