Pena sospesa per stupro: “Sì, l’ho morsa, ma le è piaciuto”

Un uomo ha ammesso di aver morso la vittima che lo ha accusato di stupro, ma ritiene di averle dato piacere: la corte ha sospeso la pena

Il tribunale penale di Anversa ha condannato un uomo a trenta mesi di carcere per stupro. Il fatto sarebbe avvenuto il 1 dicembre del 2022 all’interno di un wine bar della città. Stando alle ricostruzioni dell’imputato, questo avrebbe agito secondo il presunto consenso della vittima. A spingere la donna verso la denuncia, in effetti, non sarebbe stato l’atto sessuale in sé, ma le modalità con cui si consumato. L’accusato, infatti, sarebbe voluto andare oltre mordendo la ragazza in più parti del corpo: “Sembrava le piacesse, pensavo che le stesse piacendo“, ha provato ingenuamente a spiegare in tribunale.

Pena sospesa per stupro: "L'ho morsa ma le è piaciuto"
Il morso a una donna non vale il carcere, pena sospesa – Notizie.com

Una versione in contrato con la testimonianza di lei che, al contrario, spiega di avergli chiesto di fermarsi in più occasioni. Non avendo ottenuto alcun successo, la giovane sarebbe riuscita a divincolarsi e a fuggire via. Tornata a casa avrebbe raccontato tutto alla nipote, per poi recarsi il giorno successivo prima in ospedale – dove hanno riscontrato segni di morsi e contusioni – e poi a denunciare quanto accaduto. Nel corso dell’interrogatorio l’uomo ha ammesso di aver morso, ma ha spiegato di aver probabilmente frainteso il linguaggio del corpo e non essersi fermato di conseguenza.

La decisione della corte

Un caso di parola contro parola che il pubblico ministero ha chiesto di risolvere con l’assoluzione dell’imputato. Ad aumentare i dubbi sull’evento, d’altronde, è stato anche l’esame tossicologico a cui la donna è stata sottoposta e che aveva avuto come risultato una positività alla cocaina. Una droga che oltre allo scombussolamento psicologico, porta anche in alcuni casi alla depressione. Nonostante questi presupposti, però, la corte non ha visto motivazioni per cui non credere alla versione della vittima e ha spiegato:

La decisione della corte
Martelletto del giudice – Notizie.com

Prima di morderla in questo modo, l’imputato avrebbe dovuto ottenere il suo consenso inequivocabile ed espresso, che a quanto pare non ha tenuto conto del contenuto del fascicolo penale e della sua dichiarazione in udienza“. Tenendo quindi conto della gravità dei reati, del loro impatto traumatico sulla vittima, ma anche della giovane età e della fedina penale pulita del ragazzo, ha voluto offrirgli un’altra possibilità sotto forma di sospensione condizionale della pena. A questa, però, ha aggiunto un risarcimento alla vittima e ai suoi genitori un totale di 5.300 euro, per i danni non solo fisici, ma anche psicologici che ha causato nella giovane con il suo atto. Il ragazzo ora dovrà dimostrare di essere in grado di comportarsi in maniera civile, evitando di far scattare la propria pena.

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