Nel corso di una intervista che ha rilasciato al quotidiano “Il Tempo” è intervenuto l’ex sindaco di Reggio Calabria, Demetrio Arena
Sono passati 12 anni quando, in quel di Reggio Calabria, il comune fu sciolto. A prendere quella decisione l’allora ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri. Il sindaco era Demetrio Arena (appoggiato dal centrodestra). Il motivo del scioglimento? Contiguità mafiosa. Un ruolo, quello di primo cittadino, che aveva ricoperto poco più di un anno. Una situazione simile si sta vivendo, in questi giorni, proprio a Bari dove il sindaco Antonio Decaro ed il governatore della Puglia, Michele Emiliano, sono al centro delle polemiche.
In merito a quanto sta accadendo l’ex sindaco calabrese ne ha parlato in una lunga intervista al quotidiano “Il Tempo” quando si è soffermato proprio in quei lunghissimi giorni. Una situazione completamente incandescente, con la città vittima di un violento attacco politico da parte della sinistra. In particolar modo dal Pd che speculava sulla crisi finanziaria del Comune. Ci fu una operazione su presunte infiltrazioni mafiose nella gestione di una società mista che si occupava delle manutenzioni.
Insomma, dito puntato contro quel Pd che sta effettuando ed alimentando una gogna mediatica senza alcun tipo di precedente. Tanto è vero che alcuni parlamentari presentarono una interrogazione parlamentare al premier e ministro dell’Interno dell’epoca, sollecitando una Commissione d’Accesso. Insomma, il colpevole dello scioglimento del Comune fu proprio la sinistra con l’invio di commissari. Risultato? Dopo 17 mesi di insediamento l’amministrazione comunale di Reggio Calabria si sciolse.
Su Decaro afferma che il suo atteggiamento è incomprensibile ma, allo stesso tempo, molto incoerente. “Un Pd che ha gridato allo scandalo su quanto sta avvenendo a Bari è lo stesso che diede il ‘via libera’ per la distruzione di Reggio Calabria. Sono solidale nei confronti del sindaco. I problemi seri li vivi sulla tua pelle”.
Arena ammette che subì attacchi feroci e scorretti da parte dell’opposizione. Alcuni esponenti del Pd si rivolsero addirittura alla Procura della Repubblica contestando la correttezza del suo operato in merito al bilancio del Comune della città. A 12 anni dall’episodio, precisamente nel mese di dicembre, il Gup decise di proscioglierlo visto che il fatto non sussisteva, tanto è vero che non subì neanche un processo.
La cosa che lo ferisce è che mai nessuno gli ha chiesto scusa dopo l’assoluzione. In conclusione rivela che non è assolutamente possibile decretare lo scioglimento di un Comune solo su sospetti e a scopo preventivo.