Attacco Mosca, la Russia non cambia idea: “Dietro a tutto questo c’è Kiev”, la risposta non si è fatta attendere
Continuano le indagini da parte degli investigatori russi in merito all’attacco che ha colpito il cuore di Mosca lo scorso venerdì 22 marzo, quando c’è stato l’attacco al “Crocus City Hall” dove sono morte oltre 140 persone. Per Mosca non ci sono dubbi né tantomeno ripensamenti: dietro a tutto questo c’è l’ombra di Kiev. Anzi, ne sono così convinti che avrebbero trovato anche alcune prove in merito a tutto quanto accaduto. Con la richiesta a Kiev di arrestare ed estradare in Russia le persone coinvolte.
Tra questi figura il nome del capo degli 007 ucraino, Vasyl Malyuk. Il Ministero degli Esteri russo, attraverso un comunicato, fa chiarezza in merito alla propria posizione: “Il sanguinoso attacco terroristico del 22 marzo al municipio Crocus di Mosca, che ha scioccato il mondo intero, non è il primo attacco terroristico contro il nostro Paese negli ultimi tempi. L’indagine condotta dalle agenzie competenti russe rivela la pista ucraina in questi crimini.
Abbiamo presentato una richiesta alle autorità ucraine per l’arresto immediato e l’estradizione di tutti coloro che sono coinvolti in attacchi terroristici ai sensi della Convenzione internazionale per la repressione degli attentati terroristici e della Convenzione internazionale per la repressione del finanziamento del terrorismo“.
Le richieste del Ministero russo, nei confronti dell’Ucraina, sono molte: ovvero quella di smetterla di sostenere il terrorismo, estradando i colpevoli e risarcendo le vittime degli attacchi. Se questo non dovesse accadere Kiev sarà responsabile. Sempre nella nota il Ministero aggiunge: “La lotta contro il terrorismo internazionale è un dovere. La Russia chiede che il regime di Kiev cessi immediatamente qualsiasi sostegno alle attività terroristiche. La violazione da parte loro comporterà la sua responsabilità legale internazionale“.
La pronta risposta dell’Ucraina non si è fatta attendere. In particolar modo da parte del Servizio di Sicurezza: “Le loro dichiarazioni suonano ciniche mentre ricordiamo l’anniversario del massacro di Bucha e la liberazione della città. Il ministero degli Affari Esteri russo dimentica che il presidente russo Vladimir Putin è stato ufficialmente inserito nella lista dei ricercati internazionali. Tanto è vero che è atteso al Tribunale dell’Aia per quanto riguarda il caso del rapimento di bambini ucraini“.
Anche da Kiev, quindi, fanno sapere che ogni nemico riceverà la giusta punizione. In conclusione affermano: “Ogni parola che arriva dal ministero degli Esteri russo è priva di valore. Loro possono solo annunciare la loro sconfitta nella guerra e il ritiro delle truppe nella nostra terra“.