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Cacicchi e capibastone, l’appello all’intesa di Bonelli (AVS) e Ciani (Pd) – VIDEO –

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Luigia Luciani

Cacicchi e capibastone: dopo l’attacco di Conte a Schlein, è tempo di disperati tentativi alla ricerca di un’intesa. Le parole di Angelo Bonelli (AVS), e Paolo Ciani (Pd)

E così fu che il campo largo si restrinse, ancora una volta. Almeno per questa porzione di strada che ci separa dalle europee di giugno.

Angelo Bonelli (Ansa Foto) Notizie.com

L’attacco di Giuseppe Conte ad Elly Schlein di restare fedele al suo impegno di “fare fuori” dal Partito Democratico “cacicchi e capibastone”, ha portato allo strappo di Bari. Il presidente del Movimento 5 Stelle infatti, in seguito alla nuova inchiesta sulla compravendita di voti, decide di rinunciare alle primarie con il Pd. Stessa scelta  anche in Piemonte con la  corsa in solitaria di  Sarah Disabato. E lasciando la ‘prescelta’ dei Dem Gianna Pentenero al suo destino. Così, a meno di qualche altra sorpresa dell’ultim’ora, il presidente uscente del Piemonte Alberto Cirio dovrà vedersela con entrambe le candidate. E da queste “divisioni del centrosinistra”, osserva il deputato di FI Alessandro Cattaneo “il centrodestra non può che uscirne avvantaggiato”. Con la  destra che  ‘gongola’, ci hanno provato il leader di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni e il Dem Andrea Orlando  a proporre ai due candidati baresi, Michele Laforgia e Vito Leccese, di trovare “una terza soluzione”.

Cacicchi e capibastone, l’appello all’intesa di Bonelli (AVS) e Ciani (Pd) – VIDEO –

 

Laforgia, sostenuto da SI, M5s e Italia Viva si è però mostrato piuttosto  tranchant: “Un terzo nome temo che non esista”. “Cosa sta succedendo? – ha tagliato corto invece il candidato del Pd Vito Leccese – Che qualcuno sta usando la città di Bari per il proprio tornaconto elettorale”. Questa mattina, il risveglio dalle parti di Montecitorio è stato lento, assonnato e accaldato. Il sole di aprile sembra quello di un afoso luglio e i politici rientravano con calma verso il Parlamento. Gli impegni di deputati e senatori nei rispettivi territori aumentano. Le elezioni, amministrative ed europee, sono sempre più vicine: meglio coltivare il proprio bacino di appartenenza e assicurare voti a quei partiti,  che gli hanno consentito di sedere su scranni fortunati e ben pagati. Ma tornando a dama, chi sono nel Pd i cacicchi e i capibastone? Come si esce, se si esce, dal problema delle correnti interne al partito. E ultimo, ma non ultimo, come si supera il corto circuito di Bari? Il campo largo, potrebbe tornare ad essere tale? Lo abbiamo chiesto a Paolo Ciani del Pd e ad Angelo Bonelli, deputato AVS.

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Luigia Luciani