La maternità surrogata è un atto “deprecabile”, che “lede gravemente la dignità della madre e del figlio”.
Così si legge nella Dignitas Infinita, documento della Fede che il Vaticano ha presentato ieri, lunedì 8 aprile, approvato da Papa Francesco il 25 marzo.
Per scriverlo sono stati necessari cinque anni e include le attività del magistero papale nell’ultimo decennio, dalla guerra alla povertà, passando per i migranti, i femminicidi fino all’aborto, il fine vita, la maternità surrogata e la teoria gender.
La maternità surrogata, si legge nel documento, “è fondata sullo sfruttamento di una situazione di necessità materiale della madre. Un bambino è sempre un dono e mai l’oggetto di un contratto. Auspico, pertanto, un impegno della Comunità internazionale per proibire a livello universale tale pratica”.
Domenico Menorello, coordinatore di Ditelo sui tetti, network di associazioni di impostazione cattolica, avvocato ed ex parlamentare di Scelta Civica, ai nostri microfoni commenta così il testo: “Sono totalmente d’accordo con la Chiesa. Siamo di fronte alla reificazione delle persone, madre e figlio. Questo documento mi sembra un aiuto a comprendere che il fenomeno della maternità surrogata, come altri, tradiscono un’idea di uomo che si fonda sulla forza. C’è un soggetto più forte, che può trattare come oggetti l’altro da sé, quindi una donna in difficoltà economica o un figlio. In realtà, la maternità surrogata è una nuova forma di schiavitù”.
La maternità surrogata in Italia è già un reato previsto nella Legge 40, ma in altri Paesi europei non lo è. Per questa ragione molte persone ricorrono a questa pratica all’estero. Su questo tema, la Camera a luglio ha dato il via libera alla legge sul reato universale. “Speriamo che ora il passaggio al Senato avvenga velocemente”, dichiara Menorello.
Nel documento la Chiesa si schiera anche contro la teoria gender, definendola “pericolosa”. In particolare, si legge, “ogni persona, indipendentemente dal suo orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza”. Allo stesso tempo però, ci sono delle “criticità” nella teoria gender, “pericolosissima, perché cancella le differenze nella pretesa di rendere tutti uguali”.
“Anche in questo caso, il giudizio della Chiesa aiuta molto – commenta Menorello – Intanto perché va specificato che nessuno vuole giudicare qualcuno. Ma questo non può impedire di non riconoscere che dietro la teoria gender c’è un’ideologia precisa, secondo cui la natura e la realtà non esistono, ed esiste solo la proiezione del soggetto, che decide se è uomo o donna. È un tentativo di negare la realtà come dato con cui confrontarsi”.
Il magistero della Chiesa, nel documento ribadisce anche la sua condanna all’aborto. Una posizione questa, che appare lontana dalla realtà. Ma Menorello non è d’accordo: “Mi sembra invece che sia molto avanti. Negare i dati oggettivi e scientifici sempre più inoppugnabili che dicono come la vita si manifesti dall’inizio del concepimento, significa non riconoscere la realtà. Dobbiamo uscire dalla logica secondo cui chi è in una condizione di superiorità, possa disporne, anche nel caso della vita embrionale. Anzi, proprio perché essa è piccola e fragile, va protetta. Andrebbe sviluppata una decisa stagione di accoglienza alla maternità, piuttosto che derubricare come diritto qualcosa che non può esserlo, come l’aborto. Quando qualcosa diventa il diritto di schiacciare l’altro, si chiama forza, violenza, non diritto”.