Guerra Israele, pronto l’attacco in quel di Rafah: il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha rivelato anche la data
Continua il conflitto in Israele, oramai arrivato al giorno numero 186. Le operazioni militari da parte dell’esercito non tendono assolutamente a finite. Non solo: l’operazione in quel di Rafah andrà avanti senza sosta. Non è affatto un mistero che la città, situata a Sud della Striscia di Gaza, sia entrata nel mirino dello Stato Ebraico. Le novità non sono affatto finite qui visto che, tramite un filmato, il premier del Paese Benjamin Netanyahu ha rivelato anche la data del possibile attacco dei militari israeliani.
Allo stesso tempo ha precisato che non ci può assolutamente essere una vittoria su Hamas senza che si effettui questo tipo di operazione nella città meridionale. Queste sono state le parole di Netanyahu nel video: “Stiamo lavorando costantemente per raggiungere i nostri obiettivi prefissati. In primis per il rilascio di tutti i nostri ostaggi e la vittoria completa nel territorio di Hamas. Questo tipo di vittoria richiede l’ingresso a Rafah ed anche l’eliminazione dei battaglioni terroristici presenti”.
In ogni modo lo stesso premier israeliano ha confermato di aver ricevuto importanti aggiornamenti in merito al negoziato al Cairo. Il consiglio si svolgerà verso le ore 19. Una riunione che, a quanto pare, è stata anticipata in merito alle trattative sugli ostaggi.
Nella giornata di ieri il ministro della Difesa Yoay Gallant aveva annunciato che le truppe israeliane si erano ritirare dal sud di Gaza in merito ad una possibile operazione nella città di Rafah. Nel frattempo Israele ha ritirato tutte le truppe di terra dal sud di Gaza, tranne la Brigata Nahal, che rimane nel centro della Striscia.
Il Capo di stato maggiore dell’Idf Herzi Halevi ha dichiarato in una conferenza stampa che l’operazione militare contro Hamas è lontana dall’essere conclusa. Nel frattempo il ministro per la Sicurezza nazionale di Israele Itamar Ben-Gvir ha dichiarato che se Netanyahu non dovesse raggiungere i propri obiettivi nella guerra contro Hamas e, di conseguenza, senza portare avanti l’operazione militare rischierebbe seriamente di perdere l’incarico.
Queste sono state alcune delle sue parole con un tweet: “Se il primo ministro decidesse di porre fine alla guerra senza un attacco esteso a Rafah per sconfiggere Hamas, non avrà il mandato per continuare a servire come primo ministro”.