Il direttore de Il Giornale parla a ruota libera e spiega la sua idea sull’ultimo emendamento di Fratelli d’Italia e non è d’accordo per niente
“Carcere ai giornalisti? Ma per favore, tremo solo all’idea che ci possa essere un giudice che decida sulla mia buonafede o su quella di un altro collega….“. E’ il pensiero chiaro e cristallino del direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti che, si sa, non è che sia così lontano dalle idee del governo che sta mandando avanti il paese. E il pensiero di Salusti è riferito agli emendamenti che sta portando avanti Gianni Berrino, senatore di Fratelli d’Italia, sul disegno di legge sulla diffamazione. E tra le proposte c’è anche il carcere fino a 4 anni e mezzo e sanzioni pecuniarie fino a 120 mila euro per i cronisti.
Per Sallusti non sembra essere una bella idea da portare avanti, soprattutto in questo momento anche se spiega: “Credo che la legge nel suo complesso abbia anche degli aspetti positivi, ma mai i giornalisti dovrebbero essere arrestati per il lavoro che fanno e che cercano di portare avanti“. E si lascia andare a una battuta: “Non vorrei che il Parlamento volesse colpire Report e poi invece un giudice finisse per colpire Sallusti”. E spiega anche cosa vuole dire con questa battuta: “Per come sono stati presentati gli emendamenti, credo che diano ai giudici un potere e una discrezionalità che possono essere pericolosi”.
Il direttore del Giornale sa bene di cosa si parla anche perché lui nel 2012 per una questione legata alla diffamazione venne condannato a 14 mesi per omesso controllo. Ha scontato una parte della pena ai domiciliari prima della grazia concessa dall’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
E spiega a proposito il direttore Alessandro Sallusti che “non è che tra giornalisti non ci siano i mascalzoni, questo si sa, come in tutte le categorie, ed è giusto che i mascalzoni vengano perseguiti”. E aggiunge nello specifico, il direttore de Il Giornale che “semplicemente non serviva introdurre nuovi capi d’imputazione, c’è già il codice penale a punire chi fa un uso distorto delle informazioni e delle notizie“.