Nel corso di una intervista che ha rilasciato al ‘Corriere della Sera’ è intervenuto il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani
Nella serata di ieri l’attacco di Iran ad Israele con una serie di droni che, per il 99% (come confermato dall’esercito israeliano dell’Idf), sono state neutralizzate. Un attacco che, a dire il vero, era stato già annunciato in seguito all’aggressione a Damasco. In merito a quanto sta accadendo nelle ultime ore sono arrivate le considerazioni da parte di Antonio Tajani. L’attuale ministro degli Esteri e vicepremier ne ha parlato nel corso di una intervista che ha rilasciato al ‘Corriere della Sera‘.
Una ritorsione che rischia di mettere in atto una spirale molto pericolosa. Proprio nella giornata di venerdì 12 aprile ne aveva parlato con il suo omologo iraniano, Hossein Amir-Abdollahian. Le richieste del vicepremier italiano erano nette: quelle di convincere il suo governo ad operare con moderazione e senso di responsabilità. Precisando che l’Italia avrebbe insistito per la pace e per evitare un allargamento del conflitto in Medio Oriente.
La speranza di Tajani è che l’Iran possa fermarsi quanto prima in seguito a questi attacchi. Quello che resta da capire è quanto si protrarranno gli attacchi e quali danni provocheranno La tensione, quindi, rimane decisamente molto alta.
Il primo pensiero di Tajani è quello di mobilitare, quanto prima, i Paesi appartenenti al G7 di cui l’Italia ha la presidenza di turno. Queste sono alcune delle sue parole a riguardo: “Non possiamo rinunciare all’azione politica che deve viaggiare in parallelo con la valutazione della intensità dell’azione militare iraniana e dei danni prodotti. Il primo obiettivo è gettare acqua sul fuoco. Il pensiero va in primo luogo alla Striscia di Gaza ma anche al Libano dove abbiamo 1.100 militari“.
Il vicepremier annuncia che il Paese è pronto ad agire in ogni modo per la loro sicurezza. Dall’Iran, nel frattempo, hanno ricevuto importanti garanzie sul fatto che non ci saranno alcun tipo di ripercussioni né altro. In conclusione si è soffermato anche alle possibile conseguenze che potrebbe avere l’Italia: “L’Italia è al centro del Mediterraneo. Una nuova crisi rappresenterebbe una tragedia. Non la vogliamo nemmeno immaginare. La regione del Mar Rosso è in crisi: dal Canale di Suez passa gran parte del nostro export. Il governo è pronto ad intervenire“.