Anna Rossomando, vicepresidente Pd del Senato, in un’intervista a ‘La Stampa’ si sofferma sui problemi del Pd e su cosa fare per risolverli.
Il momento in casa dem non è dei più semplici. Il caso Bari e le tensioni con Conte hanno portato ad una frattura all’interno del partito e sono in molti quelli che chiedono un cambio di passo. Tra di loro anche Anna Rossomando, che è tra i primi sostenitori dell’evento del 22 aprile che ha come titolo “Liberiamo il Pd“.
Si tratta di un evento che affronterà la questione morale tra i dem e confermerà la necessità di cambiare passo per provare a recuperare il terreno perso negli ultimi mesi. La situazione, come detto in precedenza, non è delle più semplici e sta prendendo piede l’ipotesi di una vera e propria rivoluzione per ripartire da zero subito dopo le prossime Europee.
Rossomando: “Ecco cosa serve al Pd”
Anna Rossomando è sicuramente uno dei nomi più vicini a Schlein. Ma, nonostante questo, la vicepresidente al Senato spinge per arrivare ad una svolta importante nel partito. Stando a quanto riferito a La Stampa dall’esponente dem, non basta assolutamente un codice etico per mettere la parola fine ai problemi che sono presenti. Si ha bisogno di una vera e propria trasformazione per accontentare le richieste degli elettori e iscritti e aprire un nuovo ciclo.
Perché per la Rossomando il vero problema del Pd è rappresentato dalle diverse cordate personali e quindi le filiere in cui conta solo la fedeltà ad un capo. Da qui bisogna partire per dare vita ad una rivoluzione importante rispetto al passato.
Castagnetti critico con il Pd
Critiche al Pd sono arrivate anche da Pierluigi Castagnetti, ultimo segretario Ppi, anima popolare dei dem. In particolare, il politico non condivide la scelta dei dem di mettere Enrico Berlinguer sulla nuova tessera. “Non siamo il Pci – sottolinea il fondatore del partito ai microfoni de Il Giornale – nessuno vuole mettere in discussione l’autorevolezza del politico, ma siamo una cosa differente dal Pci e così non va assolutamente bene“.
Insomma, visioni diverse e una situazione all’interno del partito che rischia di creare ulteriori fatture. Per questo motivo in molti chiedono una vera e propria rivoluzione per ripartire e aprire una nuova era.