La sentenza della Cassazione dello scorso gennaio sul saluto fascista aveva procurato diverse polemiche. Ma ora le motivazioni chiariscono tutti i dubbi.
Risale allo scorso gennaio una sentenza della Cassazione sul saluto romano. In quel caso, come ricordato dallo stesso Corriere della Sera, i giudici avevano accolto il ricorso di otto militati fascisti contro l’applicazione della legge Scelba. Una decisione che aveva fatto molto discutere, ma ora sono state rese note le motivazioni che chiariscono meglio l’accaduto.
Stando a quanto precisato dai giudici, il saluto fascista può essere considerato reato solamente se viene accompagnato dal pericolo di ricostruzione del partito. Quindi dovranno essere manifestate dee fondate sulla superiorità, odio etnico e sulla violenza. In assenza di queste cose non si può applicare la legge Scelba.
Stando a quanto riferito dai giudici della Cassazione, gli otto militanti fascisti erano in piazza per celebrare il ricordo di un esponente della Repubblica sociale italiana e non c’era nessun rischio della formazione del partito. Per questo motivo si è deciso di accogliere il ricorso presentato dalla difesa e chiedere un nuovo processo nei confronti degli imputati.
Un nuovo procedimento giudiziario che, però, non si è svolto visto che a fine febbraio il tutto è stato considerato prescritto. Nonostante questo, la sentenza della Cassazione rappresenta un precedente importante e non ci resta che aspettare le prossime settimane per capire se l’indicazione arrivata dai giudici sarà rispettata oppure no.
L’assoluzione, come detto in precedenza, rappresenta un passaggio storico in questa vicenda. Ma i giudici hanno comunque chiesto di astenersi dall’azione se la valutazione di questi comportamenti resta incerta.