Fausto Bertinotti in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ ripercorre la sua lunga carriera politica e svela diverse cose inedite su molti esponenti.
E’ un Fausto Bertinotti che si mette a nudo in una intervista al Corriere della Sera. L’ex presidente della Camera decide di raccontare diverse cose inedite a partire da Massimo D’Alema presidente del Consiglio e la confessione di Cossiga.
Bertinotti ricorda che a pochi mesi dall’elezione di D’Alema come premier la Nato decise di attaccare Belgrado e Cossiga gli confidò che serviva un postcomunista per iniziare la guerra. “Cosa significa? Voglio dire che a seguito della sconfitta del movimento operaio negli anni Ottanta, il capitalismo non solo si liberò del suo avversario storico, ma inglobò anche coloro i quali sarebbero dovuti diventare i suoi avversari“, spiega ancora l’ex numero uno di Montecitorio.
In questa intervista Bertinotti si sofferma anche sulla fine della sinistra e svela che la durissima vertenza sindacale con la Fiat del 1980 terminò definitivamente la storia di questa parte politica.
Insomma, da quel giorno per l’ex leader dei Riformisti la vera sinistra ha smesso di esistere visto che il capitalismo ha posto definitivamente fine al ciclo storico che negli anni Settanta aveva prodotto un forte avanzamento dei diritti sociali e civili.
La vicenda della Fiat è stato un punto cruciale per la sinistra e anche per i sindacati. Bertinotti in questa intervista conferma che la marcia dei Quarantamila ha rappresentato la sconfitta dell’unità del gruppo dirigente. Una vicenda sicuramente molto particolare visto che scesero in piazza i lavoratori dell’azienda per chiedere di ritornare a lavorare.