Riccardo Di Segni, rabbino capo, in un’intervista a ‘Il Giornale’ si sofferma sul 25 aprile e sulle polemiche che sono nate dopo lo slogan dell’Anpi.
Il 25 aprile è ormai alle porte e le polemiche non hanno intenzione di finire. A far discutere è lo slogan deciso dall’Anpi per questa Festa della Liberazione: “Cessate il fuoco, ovunque”. Una scelta che ha portato la Comunità ebraica di Milano a non partecipare come tale.
Di questo e anche di altri temi il rabbino capo Riccardo Di Segni ne ha parlato a Il Giornale. In particolare, il rappresentante della comunità ebraica ha sottolineato che il “25 aprile per l’Italia ricorda la vittoria dei partigiani sui nazifascisti. Ma non possiamo dire che è la festa della pace. Ricorda una guerra civile, purtroppo“.
Per la comunità ebraica il 25 aprile non è assolutamente una festa come le altre visto che si festeggia la Pasqua. E sicuramente quest’anno non sarà come le altre. Riccardo Di Segni, infatti, nell’intervista ha ricordato che questa volta ci saranno delle sedie vuote con il pensiero delle persone rapite da Hamas.
Una situazione, quindi, assolutamente diversa da quella vissuta negli anni scorsi. Ma Di Segni ha consigliato a tutti di festeggiare la Pasqua anche in loro onore perché “in ogni generazione sorgono contro di noi per distruggerci, ma il Signore benedetto ci salva dalle loro mani”.
In queste ultime settimane le polemiche hanno interessato anche la decisione delle università di schierarsi al fianco della Palestina. E su questo Di Segni non ha dubbi: “E’ una piccola parte e queste persone vogliono solo la distruzione di Israele. Ci troviamo di fronte a forze che perseguono il progetto di rigetto della presenza ebraica in quell’area“.