Un uomo di quarantuno anni è stato arrestato dalla polizia per aver alzato le mani contro sua figlia durante una discussione
Ci sono genitori che per educare i propri figli, talvolta, utilizzano dei metodi più bruschi. Il classico detto ‘bastone e carota‘, viene meno davanti a un bastone che è sempre più rigido e una carota che, invece, è a dir poco sproporzionata. Non sempre, anzi mai, ricorrere alla violenza è la soluzione migliore. Vi sono delle situazioni, anche familiari, in cui perdere le staffe può capitare, ma che non giustifica, però, l’arrivare ad atti di questo genere. Motivo per cui vi sono delle autorità pronte a correre in soccorso di ragazzi che sono più ‘prede’ del proprio padre, o madre.
Quando episodi come questo diventano la quotidianità, questi intervengono riappacificando la situazione e optando, se necessario, per decisioni drastiche. A tal proposito, un caso analogo è avvenuto in Giappone. Un genitore è stato arrestato per aver scelto per aver aggredito sua figlia, forze per punirla, forse per frustrazione. L’uomo è stato messo in manette e non vedrà la bambina fino a nuovo ordine, nella speranza che possa essere da esempio, ma soprattutto placare la sua incomprensibile rabbia. Eventi come questo, d’altronde, servono proprio a far sì che si riducano gesti tali e limitino la libertà di alcuni individui che si sentono in potere di far come vogliono.
L’uomo in questione, rende noto la polizia ai media locali, è uno chef di 41 anni. Questo è stato accusato di aver picchiato la sua seconda figlia in casa, lo scorso 18 aprile sera tra le 19:00 e le 20:30. Le motivazioni dietro un gesto così scellerato non sono state svelate dai diretti interessati. A far scattare l’allarme contattando le forze dell’ordine è stato l’ospedale in cui il padre ha portato la ragazza di 10 anni, dopo averla schiaffeggiata più volte davanti a sua moglie e alla sorella. I medici, vedendo i segni sul suo volto, hanno deciso di avvertire le autorità in modo che potessero indagare ed eventualmente intervenire.
Secondo quanto comunicato dai dottori ai poliziotti e specificato dal giornale del posto Sankei Shimbun, saranno necessarie due settimane prima che possa guarire. Un’indicazione che fa chiarezza sull’entità dell’aggressione subita dalla giovane. La polizia di Sakata, città in cui tutto è avvenuto e che si trova nella prefettura di Yamagata, tiene per ora in custodia l’aggressore che presto sarà sottoposto alle analisi e al giudizio del giudice, il quale dovrà decretare la pena. Nel frattempo, la ragazza ha fatto ritorno a casa.