Dispositivi medici, l’Unione Europea intende fare chiarezza sulla posizione della Cina: non si è fatta attendere la dura risposta da parte di Pechino
Se non si tratta di una mossa che rischia, sempre di più, ad aumentare le tensioni con la Cina allora poco ci manca. Fatto sta, però, che l’Unione Europea ha deciso di avviare una indagine per quanto riguarda gli appalti pubblici cinesi di dispositivi medici. Ovviamente la risposta da parte di Pechino non si è fatta attendere ed è stata estremamente dura. La preoccupazione di Bruxelles è che il Paese asiatico stia favorendo i fornitori locali e che, di conseguenza, sta imponendo delle restrizioni importanti.
La Cina fa sapere che questa mossa dell’Unione Europea non sta facendo altro che colpire le imprese cinesi. Una inchiesta fatta partire dopo le recenti dichiarazioni rilasciate da parte dell’autorità tedesche in merito all’arresto dell’assistente di Maximilian Krah. Quest’ultimo appartenente al membro del Parlamento europeo per l’Afd accusato di sospetto spionaggio a favore della Cina. Una indagine che tende a promuovere l’accesso ai mercati internazionali degli appalti pubblici.
Dispositivi medici, Ue contro Cina: aumenta la tensione
Nel caso in cui l’indagine dovesse andare avanti ed avere una svolta allora l’Unione Europea potrebbe seriamente limitare l’accesso delle imprese cinesi al mercato degli appalti pubblici in tutti i 27 Paesi. La Gazzetta Ufficiale dell’Ue fa sapere che l’indagine si concluderà entro 9 mesi dall’inizio. La Commissione, allo stesso tempo, fa sapere che può prologarla ancora di altri 5 mesi. Un messaggio fornito anche a Pechino: invitarla a presentare il proprio punto di vista.
Non solo: la stessa Cina può avviare delle consultazioni con la Commissione con l’obiettivo di eliminare queste misure e pratiche. Non è affatto un mistero che il mercato cinese dei dispositivi medici sia considerato il più grande al mondo dopo quello degli Stati Uniti D’America. Il valore è di 135 miliardi di euro. Pochi mesi fa Bruxelles ha avviato più di una indagine contro la Cina per i sussidi alle tecnologie verdi. Una decisione che ha mandato su tutte le furie Pechino.
Non è affatto un mistero che i funzionari dell’Ue non vogliano più avere a che fare con i legami economici della Cina. Soprattutto dopo l’invasione ed aggressione della Russia all’Ucraina. La Cina si difende attraverso le parole del portavoce del ministro degli Esteri, Wang Wenbin: “Queste misure non fanno altro che inviare segnali protezionistici, prendendo di mira le imprese cinesi e danneggiando l’immagine dell’Ue. Esortiamo la parte europea a mantenere la sua promessa di apertura del mercato e concorrenza leale”.