“Piena solidarietà alla senatrice Ester Mieli. Lascia sgomenti e senza parole che un giornalista chieda a un parlamentare quale sia il suo credo religioso, come per definirne la credibilità”.
Così Raffaele Speranzon, vicepresidente vicario del gruppo Fratelli d’Italia in Senato e componente della Commissione vigilanza Rai. Il senatore commenta la polemica nata dopo un’intervista a Radio Anch’io su Rai Radio 1, quando il conduttore Giorgio Zanchini ha domandato alla collega di partito Ester Mieli se fosse ebrea.
“Lo chiedo anche a lei così facciamo chiarezza. Lei è ebrea?”, ha domandato. E la senatrice ha risposto: “Sì, sono ebrea. Ma lei lo chiede a tutti gli ospiti?”.
“Piena solidarietà”, dichiara Speranzon, che racconta: “Sono stato il primo a cui la senatrice Mieli ha comunicato l’accaduto. Me l’ha detto in ascensore poco prima della riunione della Commissione Vigilanza, quando il fatto si era appena verificato. Lascia sgomenti e senza parole che un giornalista del servizio pubblico, rivolgendosi a un parlamentare, gli domandi quale sia il suo credo religioso, come per definirne la credibilità. Francamente credo che non sia mai successo prima”.
Elena Mieli ha ricevuto la solidarietà da parte non solo dei partiti di maggioranza, ma anche delle opposizioni. “La domanda è stata posta prima di entrare nel merito dell’intervista, minando la credibilità dell’intervistata. Come a dire: essendo ebrea, non è obiettiva”.
La spiegazione di Zanchini
Dopo la domanda, Zanchini ha tentato di spiegare, dando vita a un acceso scambio di battute. Al centro dell’intervista c’erano le proteste degli studenti universitari contro Israele.
Dopo alcune ore, è arrivata una spiegazione da parte del giornalista: “Sono molto dispiaciuto se la senatrice Mieli si è sentita offesa o se posso aver urtato la sua sensibilità, ma il mio intento era esattamente l’opposto”.
L’intento di Zanchini era “far emergere un clima ostile agli ebrei e quindi di portarle la mia solidarietà. L’esatto opposto di quello che sta emergendo”.
Il caso è immediatamente diventato politico e la deputata Augusta Montaruli ha proposto di ascoltare i vertici Rai e forse anche il conduttore di Radio Anch’io. “In qualità di vicepresidente della Commissione Vigilanza, ha chiesto che quando i vertici Rai verranno per altre questioni (piano industriale e caso Scurati), riferiscano anche rispetto a questo vergognoso accadimento”, ha aggiunto ai nostri microfoni Speranzon.
Poi, la frecciata ai Dem: “C’è stata la solidarietà alla collega Mieli da parte del Pd, ma l’onorevole Graziano ha parlato di un “errore”. Non lo è stato. Alla vigilia del 25 aprile, speriamo che questa questione non venga derubricata ad errore, ma gli venga data la giusta rilevanza: è stato un comportamento grave e discriminatorio”.
Senatore, saranno o no auditi anche Paolo Corsini e Serena Bortone sul caso Scurati?
“Il punto è questo: i conduttori possono avere degli scivoloni più o meno gravi. Il servizio pubblico va in onda 24 ore su 24 su tanti canali. Dal punto di vista metodologico, la Commissione vigilanza non può intervenire costantemente su singoli giornalisti. Diventerebbe difficile porre un limite o definire un criterio attraverso il quale un giornalista debba essere chiamato in vigilanza e uno no. L’interlocutore quindi, deve essere l’azienda, che deve poi decidere se prendere provvedimenti o meno. Se poi fosse necessario un ulteriore approfondimento, la Commissione interverrebbe. Riteniamo che sia l’azienda a dover spiegare sia la questione di Scurati che della senatrice Mieli”.
È o non è “asfissiante” la presenza della politica nella Rai e dell’azienda sulla libertà di informazione?
“A me pare che sia asfissiante un dibattito che nel Paese reale non esiste. Come spiega il filosofo Massimo Cacciari – lontano dalle mie radici culturali – il 25 aprile è un momento di riunificazione e non di polemica politica. Qualcuno usa questo giorno per parlare solo a una parte del proprio elettorato”.
Visto che cita Cacciari: nei giorni scorsi al Corriere ha dichiarato che in Italia non c’è un pericolo fascista e che serve una vera opposizione. È d’accordo?
“Nessuno al mondo pensa che in Italia esiste un pericolo fascista. Gli unici che cercano di agitare questo fantasma inesistente sono alcuni politici di sinistra che in questo modo cercano di rafforzare le fila di una parte dei loro elettori. Questi ultimi poi, vorrebbero perpetuare la presenza del fascismo per potersi contrapporre in eterno. La verità che che ci sono 2milioni e 800mila persone in tutto il mondo sotto il gioco della dittatura comunista. Di questo dovrebbero parlare tutte le forze politiche all’unisono, invece da parte della sinistra c’è una grande timidezza. Confidiamo nel futuro”.