Il responsabile dell’Onu per i paesi Arabi è abbastanza preciso sui soldi che dovranno essere tirati fuori per Gaza e la Palestina
La guerra mette non solo ansia e apprensione, ma fa riflettere per tutto quello che provoca e annienta. Non solo le vite, le coscienze e le anime ma anche tutto quello che rappresentava l’identità dell’individuo e della vita di tutti i giorni, come le case, i negozi, le chiese e tanto altro. E, si spera, prima o poi la guerra finirà, finiscono sempre e quando accade è il momento del tentativo di riconciliazione e anche della ricostruzione. Ed è di questo che si preoccupa Abdallah Al Dardari, il responsabile dell’Onu per i paesi arabi che, giustamente, dal suo punto di vista, che dovrebbe essere di tante altre persone, comincia a parlare di ricostruzione: “Il momento più rischioso di questa crisi sarà quello immediatamente successivo al cessate il fuoco: quando non si combatterà più ma ancora non ci sarà un’autorità”.
Quando al Dardari dice “Noi”, naturalmente si riferisce alle Nazioni Unite, dove lui ha un ruolo delicato, ovvero quello di essere assistente del Segretario generale per i Paesi arabi e in particolare Undp, il programma per lo Sviluppo che si occupa della ricostruzione quando finiscono le guerre, ha fatto lo stesso in Iraq e Afghanistan. Il funzionario è stato in Italia, a Roma per l’esattezza, e Guterres a lui gli ha affidato il compito di prevedere quanto possa costare la ricostruzione della Striscia ed, eventualmente, di pensare alla raccolta dei fondi necessari. “Serviranno trenta-quaranta miliardi di dollari in tutto, secondo le stime provvisorie che abbiamo fatto insieme alla Banca Mondiale e l’Unione europea”, le parole di Al Dardari.
Al Dardari non si fa pregare e spiega per bene quanto ci vorrebbe, secondo i suoi tecnici, per rimettere in piedi Gaza e tutto quello che c’era nella Striscia. Oggi non c’è praticamente più niente, Israele l’ha rasa quasi al suolo, lasciando davvero poche strutture, perfino gli ospedali e le scuole sono state buttate giù. Un segnale per voler sradicare la gente palestinese da questa terra, altrimenti non si spiega tutta questa violenza e odio nel colpire anche gli ospedali e le scuole.
“Abbiamo usato immagini dei satelliti e gli esperti hanno stimato che si dovrebbe trattare di 18 miliardi di dollari solo per i danni: ma sappiamo bene che non tutto ciò che è stato distrutto è visibile dal cielo e quindi il totale sarà più alto. Sappiamo anche che non ci saranno finanziamenti se non ci sarà un processo di pace affidabile e un governo affidabile“, dice Al Dardari. Ma il lavoro sarà improbo e e pieno di difficoltà, soprattutto vista la situazione attuale.