Esiste un vulcano che al suo interno possiede una grande quantità d’oro che a ogni eruzione lancia in aria l’equivalente di 6000 dollari
In Antartide c’è una vera e propria miniera d’oro… esplosiva. In uno dei punti più meridionali del mondo, si trova il famoso vulcano del Monte Erebus. È uno dei 138 presenti del continente e rientra nel novero dei 9 ancora attivi. Nascosto tra i ghiacciai, la sua punta di 3.794 metri di altezza lo distingue dagli altri, motivo per cui è tra i più celebri di tutti. La sua attività, però, porta con sé una particolarità che lo rende unico nel suo genere e ne accresce il valore naturale ed… economico. Scoperto nel 1841 dal capitano James Clark Ross, che condusse indagini magnetiche sul sito, è collocato precisamente sull’isola omonima.
Negli ultimi duecento anni è stato oggetto di studi che hanno portato a una scoperta eccezionale. Attraverso l’Osservatorio che prende il nome dallo stesso vulcano, gli scienziati tramite alcune analisi sul campo, alla ricerca di forme di vita estreme, sono venuti a conoscenza che al suo interno vi sono tonnellate di oro che, a ogni eruzione, vengono lanciate in aria insieme a lapilli e lava. Uno spettacolo della natura, nel verso seno del termine. Ma soprattutto un’enorme fonte di ricchezza, probabilmente intoccabile.
Questo pompa regolarmente gas e vapore, ma insieme a queste espelle massi di roccia parzialmente fusa, noti come “bombe vulcaniche”. In mezzo a questi si nascono piccoli cristalli in oro che, quando sono stati scoperti, hanno lasciato senza parole gli studiosi. Quel che, però, è ancora più incredibile è la quantità che viene gettata fuori – e poi riprodotta al suo interno – a ogni eruzione. Si stima, che al giorno, emetta in media 80 grammi. Impressionante, in particolar modo se viene convertita nel suo valore – medio – nel mercato mondiale. Il quantitativo appena espresso, infatti, corrisponde a circa 6.000 dollari, l’equivalente di quelli che sarebbero 5.592 euro.
Ma non solo. Il gesto di ‘sputar fuori’ tutta questa ricchezza, fa sì che venga dispersa nell’ambiente circostante. Basti pensare che, proseguendo con le ricerche, gli scienziati sono riusciti a individuarne le polveri nell’aria fino a 1.000 chilometri di distanza dalla bocca. Per quanto riguarda, invece, i resti concreti di oro, questi sono arrivati anche a centinaia di chilometri. Numeri confermano la forza di queste eruzioni e l’importanza di un elemento naturale tanto affascinante, quanto ricco, anche in questo caso, nel verso senso della parola. Insomma, – per riderci su – non basta che armarci di secchiello e recarci in Antartide per andare a raccogliere un po’ d’oro.