Una candidatura che sta dividendo il Carroccio e più passa il tempo, più la decisione di Salvini rischia di corrodere il partito
Una decisione che sta spaccando la Lega in due anzi, forse, in più parti. E sembra che non se ne esca così facilmente. La scelta di Matteo Salvini di voler candidare il generale Roberto Vannacci, rischia di corrodere e spaccare in due tronconi il Carroccio. E’ stato lapidario l’ex ministro e uno dei pilastri della Lega Gian Marco Centinaio che in maniera semplice e chiara esprime già il suo voto ed è abbastanza chiaro: “Vannacci io non lo voto, i fascisti picchiarono mio nonno, lui non c’entra nulla con noi, perché dovrei votarlo e come me la pensano tanti e tanti altri. Non so perché Salvini abbia preso questa decisione, chiedetelo a lui, ma in tanti non sono d’accordo, contento lui…“.
Un commento durissimo da parte di una persona che milita nel partito da tanto tempo e non accetta per niente questa scelta fatta dal segretario della Lega. “Vannacci continua a dire che della Lega non gli importa granché (non ha detto proprio così ndr), ma la cosa è reciproca”, spiega Centinaio che non fa altro che elencare persone che non hanno alcuna intenzione di votare per il generale, e sono anche personaggi di spicco come Fedriga, Marcato e Molinari, segno che il malessere non fa che crescere e questo non è un buon segnale per gli elettori.
Lui, il generale Vannacci sente tutta questa contestazione nei suoi confronti, ma guarda e passa, almeno così sembra che faccia: “I mal di pancia chi ce l’ha se li farà passare. Io sono un indipendente, non ho la tessera di partito ma ho i miei ideali che in larga parte coincidono con quelli della Lega“. Eppure, il militare sarà capolista in Italia centrale per conto della Lega, anche se ammette che la candidatura è stata accettata da pochissimo tempo. “Qualche giorno fa ho detto sì, ed è vero, lo confermo, non c’è stato nessun accordo prima e chi dice questo, dice una grande balla”.
Vannacci spiega anche i suoi programmi nel caso venisse eletto: “Per ora sono un militare, se sarò eletto sceglierò se lasciare o mettermi in aspettativa. Se non lo sarò, resterò nell’Esercito. Ma è presto per parlarne: comincerò la campagna elettorale l’8 maggio, un mese prima del voto, come vuole la legge. Per adesso continuo a girare l’Italia con il mio secondo libro“.