AstrZeneca, importante colpo di scena: arriva l’ammissione sconvolgente in tribunale che spiazza tutti
Come un fulmine a ciel sereno arriva la notizia che spiazza tutti in merito alla questione del vaccino contro il Covid-19. Una ammissione che porta la firma di una delle case produttrici nella lotta contro il virus come AstraZeneca. La multinazionale biofarmaceutica anglo-svedese, con sede a Cambridge, ha ammesso per la prima volta che il suo vaccino può causare effetti collaterali. La società è stata costretta a difendersi in tribunale per le tantissime cause legali fatte partire da familiari.
Le stesse che hanno subito importanti perdite o da familiari che hanno avuto non pochi problemi dopo l’iniezione del vaccino. Non solo: sempre in tribunale hanno affermato che, per motivi ancora del tutto sconosciuti, questo vaccino può causare addirittura trombosi. Dichiarazioni che hanno sollevato un nuovo polverone e, soprattutto, delle nuove polemiche. Soprattutto da parte di chi, in passato, ha espresso più di qualche dubbio sulla funzionalità del vaccino.
Di questo tema se ne era già parlato nel 2021, ovvero un anno dopo la pandemia che aveva cambiato e stravolto il mondo intero. Furono proprio quelli di AstraZeneca i primi vaccini ad essere arrivati sul mercato per cercare di contrastare la diffusione del virus. Secondo quanto riportato da alcuni avvocati, impegnati nei tantissimi processi da parte di familiari che hanno perso vittime o avuto problemi di salute dopo il vaccino, pare che l’azienda farmaceutica (ovviamente in caso di sconfitta) dovrà risarcire moltissime persone.
Tanto da arrivare ad una cifra che si avvicina ai 25 milioni di dollari. La stessa società, in un documento legale presentato lo scorso febbraio, ha affermato che il suo vaccino in casi “molto rari” può causare una condizione che prende il nome di “trombosi con sindrome trombocitopenica o TTS“. Di che cosa stiamo parlando? Di una condizione caratterizzata da coaguli di sangue e basso numero di piastrine. Un meccanismo che non viene compreso e che la sua condizione può verificarsi a prescindere dal vaccino.
Contesta, però, coloro che definiscono “difettoso” il suo prodotto sparso in tutto il mondo durante l’emergenza della pandemia. Proprio nel nostro Paese, nel giugno di tre anni fa, venne a mancare la giovane Camilla Canepa di Genova. Quest’ultima si era sottoposta a vaccino AstraZeneca. La Procura del capoluogo ligure affermo che la giovane poteva con “elevata probabilità” sopravvivere. Tanto da mettere sotto indagine cinque medici del pronto soccorso di Lavagna, nel Tigullio.
In quella occasione la giovane era arrivata nel nosocomio, la sera del 3 giugno, con i sintomi della reazione avversa al vaccino. Ad ucciderla una rarissima trombosi cerebrale denominata “Vitt“.