Uno degli uomini più in vista e di fiducia del compianto Silvio Berlusconi che si sfoga per tutto quello che si sta accadendo
“E’ stato meglio stare in carcere che subire tutto quello che sto subendo, una persecuzione…“. A parlare è Marcello Dell’Utri, 82 anni, ex uomo potente, ex dirigente d’azienda e uno dei principali, se non proprio il principale fondatore di Forza Italia. Ma non solo. E’ stato anche senatore, deputato e uno dei più cari amici di Silvio Berlusconi. Con il Cavaliere è stato per anni imputato e ora dalla procura di Firenze, l’accusa più dura da mandare giù, ovvero essere l’uomo che avrebbe fatto da mandante per le stragi mafiose del ‘93. “Sinceramente non pensavo arrivassero a questo punto”, ha detto durante un’intervista concessa al Giornale.
Non capisce l’accanimento, Marcello Dell’Utri, e non riesce a darsi una spiegazione per tutto quello che gli sta accadendo da un sacco di tempo a questa parte, anche se quanto succede di recente con quell’accusa, lui non riesce proprio a spiegarlo. “C’è un contrasto tra la magistratura e il presidente Berlusconi e vogliono far vedere che loro hanno i muscoli, ma è anche vero che non hanno alcun elemento. E’ solo cattiveria, una persecuzione“.
“Vi rendete conto che nemmeno i miei figli possono aprire un conto corrente?”
Una vicenda che va avanti da anni anche se la condanna che gli era stata inflitta l’ha scontata, ma non è bastato, almeno è quello che pensa Dell’Utri, anche per questo parla di una “persecuzione giudiziaria“. Dice che nemmeno la morte di Silvi Berlusconi li ha fermati, intende i magistrati, che adesso cercano di “scovare chissà cosa”, pensa tra sé e sé Dell’Utri che vive quasi come un eremita e non fa granché se non qualche passeggiata e rivedere ogni tanto qualche amico.
Va avanti, ma è anche vero che attende con ansia che la Corte di Giustizia Europea di Strasburgo decida il suo destino. E’ amareggiato per alcune cose che stanno capitando ai figli, come quella di non “poter avere nemmeno un conto corrente, ma vi rendete conto?”, ma lui non si lamenta e va avanti. E attende il pronunciamento della Corte di Strasburgo, tanto che è sicuro che “annullerà la condanna per concorso esterno”, anche perché in base alla quale ha già scontato cinque annidi prigione”. Dell’Utri è sicuro che la Corte darà a lui ragione, anche perché si è già “pronunciato una sentenza a favore di Contrada, ex numero due dei servizi segreti, per quale motivo dovrebbe farlo diversamente con me?”