Cecilia Strada: “Ecco perché mi sono candidata”

In un’intervista ai microfoni de ‘L’Unità’ Cecilia Strada ritorna sulla sua candidatura alle prossime Europee e spiega nei dettagli il perché della scelta.

Tra i candidati del Pd alle prossime Europee c’è anche Cecilia Strada. La figlia di Gino in un’intervista a L’Unità spiega il perché della discesa in campo con i dem. L’attivista sottolinea che il suo obiettivo è quello di continuare a difendere i diritti umani e aiutare i migranti.

Strada intervista L'Unità
Cecilia Strada candidata alle prossime Europee – Notizie.com – © Ansa

Per la Strada le elezioni saranno un momento cruciale “per scegliere l’Europa che vogliamo e di cui abbiamo bisogno. Si tratta di una Unione giusta e solidale, più attenta alle persone, protagonista negli scenari mondiali e che non si arrende all’inevitabilità della guerra globale“.

“Sul tema migranti bisogna fare molti passi avanti”

Strada intervista L'Unità
Strada e il pensiero sui migranti – Notizie.com – © Ansa

Cecilia Strada in questa intervista sottolinea come “sul tema migranti c’è ancora tanto da fare“. L’attivista critica in modo duro il Patto Ue su immigrazione e asilo smentendo che si tratti di una svolta storica. Per lei è semplicemente un passo indietro sui diritti umani e sulla tutela dei Paesi che sono considerati di primo approdo come l’Italia.

Per questo motivo per la figlia di Gino Strada il percorso è lungo e in salita. E, in caso di una elezione, proverà ad impegnarsi per raggiungere questo obiettivo, che è in cima alla sua lista.

“Ecco perché ho scelto il Pd”

Strada intervista L'Unità
Cecilia Strada e la scelta del Pd – Notizie.com – © Ansa

L’attivista al quotidiano nazionale spiega anche il perché della scelta di scendere in campo con il Pd anche se indipendente. Cecilia Strada spiega che in casa dem è cambiata la visione sui migranti rispetto al passato. Ora c’è la consapevolezza che queste vite hanno bisogno di aiuto.

Una svolta improvvisa e fondamentale per portare Cecilia Strada a candidarsi con il Partito Democratico. Ora la palla passa agli elettori che dovranno decidere se votare o no l’attivista.

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