Non è Tadej Pogacar a conquistare la prima Maglia Rosa al Giro d’Italia. Lo sloveno ci ha provato fino all’ultimo, ma è stato beffato in volata.
E’ stata una prima tappa spettacolare quella del Giro d’Italia. Tutti si aspettavano Tadej Pogacar e lo sloveno non ha deluso le aspettative sullo strappo di San Vito. Gli scatti, però, non gli sono serviti per conquistare la Maglia Rosa.
La sua ruota, infatti, è stata tenuta alla perfezione da Narvaez, che poi sul traguardo di Torino ha avuto la meglio sullo sloveno e Schachmann andando a conquistare la leadership della classifica generale.
E’ stata una tappa che si è accesa soprattutto nel finale. Da subito in sei hanno tentato l’attacco da lontano (Barre, Fiorelli, Debaumarche, Calmejane, Ghebreigzabhier, Pietrobon ndr). I più attivi nel finale sono stati Ghebreigzabhier e Calmejane, con quest’ultimo che è stato l’ultimo ad essere ripreso.
Alle spalle a fare il ritmo è stata la squadra di Pogacar. Accelerazioni che hanno iniziato a fare male a diretti avversari come Arensman e Bardet. Ma il lavoro lo ha pagato anche la UAE tanto che lo sloveno si è ritrovato con il solo Majka al suo fianco. Una scelta che non ha premiato visto che nel finale ci sono stati diversi attacchi e il grande favorito da solo sull’ascesa di San Vito ha dovuto chiudere. Uno sforzo che non gli ha consentito di conquistare la Maglia Rosa. In volata, infatti, ha avuto Narvaez. Da sottolineare anche l’ottima prova degli italiani con Pellizzati, Conci e Caruso che ci hanno provato, ma poi non sono riusciti a tenere l’accelerata di Pogacar.
Jonathan Narvaez è la nuova Maglia Rosa con 3″ di vantaggio su Schachmann e 6″ su Pogacar. Il migliore degli italiani è Damiano Caruso a 17″. Nella top ten anche Conci (6° a 18″) e Tiberi (9° a 20″). Tra i favoriti per la vittoria finale e podio bisogna sottolineare il minuto di ritardo di Bardet da Pogacar e gli oltre due di Arensman.
Per Pogacar l’appuntamento con la vittoria sembra essere solo rimandato di qualche ora. La giornata di domani, infatti, ha in programma l’arrivo sul Santuario di Oropa. Salita di 11 chilometri con pendenza media intorno al 6%, ma tratto massimo che arriva anche al 14%.