Un orango ha lasciato gli studiosi di stucco quando, dopo essersi procurato una ferita, se l’è medicata da solo usando foglie medicinali
Rakus è un orango che vive nel Parco nazionale Gunung Leuser, situato nella foresta pluviale tropicale dell’isola indonesiana di Sumatra. È tra gli esemplari che i biologi osservano con maggiore attenzione per studiarne i comportamenti, le scelte e le abitudini, permettendogli di fare scoperte come quella emersa qualche giorno fa. Nel giugno del 2022 questi avevano notato una grossa ferita sotto l’occhio destro dell’animale. Intuirono subito che era stata il risultato di uno scontro avvenuto nelle ore precedenti con un altro maschio rivale. Le urla provenienti tra gli alberi, d’altronde, lo rendevano inconfondibile.
Nei giorni che hanno seguito l’incidente, hanno osservato che la dieta della scimmia era cambiata. Rakus aveva introdotto il gambo e le foglie di una pianta chiamata akar kuning. Questa è nota nel luogo per avere effetti antinfiammatori, disinfettanti e antibatterici, tanto da essere utilizzata anche per curare malattie notoriamente umane. Ancora più sorprendente fu però l’utilizzo che fece del succo delle foglie. L’orango, dopo averlo estratto, iniziò ad applicarlo a ridosso della ferita. Fatto questo estraeva la foglia masticata e la posizionava sopra, in modo da poterla coprirla come fosse un banale cerotto. Il risulta fu straordinario. Nel giro di cinque giorni il taglio era completamente guarito e disinfettato da ogni possibile infezione.
Una scoperta senza precedenti
Stando a quanto spiegano gli scienziati tutto sarebbe stato fatto con piena coscienza da parte di Rakus. Non si tratta, infatti, della prima volta che delle scimmie usano le piante con scopi curativi. Già negli anni ’60 la biologa di fama mondiale Jane Goodall notò foglie intere nelle feci degli scimpanzé. Ma mai era accaduto in questo modo. Mai era stata vista una scimmia selvatica – quindi non ammaestrata – raccogliere piante medicinali e applicarle direttamente su una ferita, come farebbe un medico qualsiasi. Ed è proprio ciò a rendere questa scoperta tanto speciale, quanto, per certi versi, anche inspiegabile.
A tentare di dare una motivazione razionale è stata Isabella Laumer. L’autrice principale dello studio – pubblicato sulla rivista Scientific Reports – ha pensato: “Forse ha accidentalmente toccato la ferita con un dito su cui c’era la pianta. Poiché la pianta contiene composti analgesici piuttosto potenti, potrebbe aver sentito un immediato sollievo dal dolore, costringendolo ad applicarla ancora e ancora“. Una capacità di apprendimento sensazionale e che, inevitabilmente, comporterà nuovi approfondimenti sul tema. Gli scienziati hanno, infatti, comunicato monitoreranno da vicino gli oranghi presenti nel parco per vedere se anche altri simili di Rakus svolgono questo tipo di trattamento medico.