Ennesimo dramma sul lavoro in Italia. Diversi operai sono rimasti intrappolati nei cunicoli e il bilancio è pesante. Aperta un’indagine per accertare la dinamica.
A distanza di qualche settimana dall’esplosione di Suviana, un’altra tragedia simile è avvenuta in Italia. Nella mattinata di oggi, lunedì 6 maggio, diversi operai sono rimasti intrappolati nei cunicoli durante alcuni lavori di manutenzione all’impianto Amap del sollevamento delle acque reflue sul lungomare di Casteldaccia, in provincia di Palermo.
La chiamata è stata immediata ai soccorsi, ma per cinque di loro non c’è stato niente da fare. Il personale medico ha potuto constatare il decesso. Un altro attualmente si trova ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Palermo. Mentre un settimo lavoratore non ha riportato danni. Aperta un’indagine per accertare meglio la dinamica di questa tragedia.
La ricostruzione dell’incidente è al vaglio degli inquirenti. Stando alle prime informazioni, sei dei sette operai si trovavano all’interno di questi cunicoli quando sarebbero stati colti da un malore dovute alle esalazioni uscite dalle acque reflue. I soccorsi sono stati chiamati immediatamente, ma per cinque di loro ormai non c’era più niente da fare. Il sesto è stato trasportato d’urgenza all’ospedale di Palermo e attualmente si trova in gravissime condizioni.
“Non è ancora chiaro per quale motivo fossero dentro la vasca – il primo commento di Antonio Bertucci dei vigili del fuoco ai microfoni dell’Agi – le analisi sull’operaio sopravvissuto faranno capire i motivi dell’intossicazione. Quando ci sono acque reflue, vi possono essere diversi elementi: metano, idrogeno solforato e altri“.
La notizia ha sconvolto l’intera Sicilia. Il governatore Schifani, citato da Il Messaggero, ha espresso “dolore profondo per quanto successo a Casteldaccia. A nome mio e di tutta la giunta esprimo il più sincero cordoglio alle famiglie delle famiglie per la terribile e inaspettata tragedia che le ha colpite“.