La scelta di Elly Schelin di sostenere il referendum della Cgil. La segretaria dem a ‘La Repubblica’: “Per me è naturale averlo fatto”.
Una nuova frattura interna nel Pd si è aperta nelle scorse ore. Ad alzare la tensione nel partito è stata la scelta da parte della segretaria Schlein di sostenere il referendum della Cgil per cancellare il Jobs Act.
“Per me è naturale averlo fatto – sottolinea Schlein in un’intervista a La Repubblica – il superamento di questa misura era un punto fondamentale del programma con cui mi sono presentata alle primarie. Inoltre, vorrei anche ricordare che io nel 2015 ero in piazza con la Cgil contro l’abolizione dell’Articolo 18. E per questo motivo non vedo niente di strano“.
La scelta della Schlein non è condivisa da alcuni esponenti del Pd. Marianna Madia al Corriere della Sera conferma che il sostegno della segretaria a Landini rischia di andare contro i candidati alle Europee. Per l’esponente dem l’obiettivo deve essere di mettere in seria difficoltà il governo e non opporsi alle scelte fatte dal partito dieci anni fa.
La Madia sottolinea come in queste settimane il dibattito deve incentrarsi sui temi che consentiranno di vincere le prossime Europee e non parlare del sostegno a Landini oppure del Jobs Act. Insomma, una vera e propria arma a doppio taglio per il Pd.
La scelta di Elly Schlein viene contestata in modo duro anche da Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva in un’intervista al Quotidiano Nazionale sottolinea che il Pd non esiste più e ormai si legge Cgil. L’ex premier aggiunge che chi vuole fare a meno del suo partito (chiaro riferimento ai pentastellati) vuole far vincere la Meloni.