“Più che un rischio”, il premierato per la premier Giorgia Meloni rappresenta “una scommessa”.
Lo ha dichiarato a Notizie.com il costituzionalista Salvatore Curreri, professore di Diritto costituzionale all’Università Kore di Enna, mentre in Senato continua la discussione sul disegno di legge dell’elezione diretta del presidente del Consiglio.
Professor Curreri, uno dei punti più discussi dagli esperti è il premio di maggioranza. Inizialmente era previsto al 55% dei parlamentari, ora si è aperta una discussione. Che ne pensa?
“Innanzitutto va chiarita la modalità con cui viene eletto il presidente del Consiglio. E questo va scritto in Costituzione, non in una legge elettorale. È importante definire se verrà eletto a turno unico o con un doppio turno, perché sono due cose diverse, quasi addirittura contraddittoria. Se si elegge a maggioranza relativa con un solo turno, vuol dire che potremmo avere un premier di minoranza, che grazie al premio elettorale ottiene la maggioranza alle Camere. E questo porterebbe problemi seri, perché la Corte Costituzionale ha stabilito che il premio di maggioranza va dato entro certi limiti. Col doppio turno invece, verrebbe eletto un premier che certamente ha la maggioranza. Ma questa è una questione politica”.
Cosa intende dire?
“È chiaro che il turno unico avvantaggerebbe il centrodestra, che si presenta sempre unito alle elezioni, e penalizzerebbe il centrosinistra che di solito si compatta nel secondo turno. E questo nodo va sciolto in Costituzione”.
Premierato, Curreri in esclusiva: “La legge elettorale non viene cambiata per motivi politici”
Ma va fatta prima la riforma o la legge elettorale?
“La legge elettorale deve essere necessariamente approvata contestualmente alla riforma costituzionale come si è sempre fatto. Sono due cose complementari, anche per l’attribuzione del premio di maggioranza, il collegamento con il presidente eletto e il problema che si dovrebbe risolvere degli italiani all’estero. Perché potrebbe esserci il rischio che il presidente eletto abbia meno seggi rispetto a un altro schieramento. Ma anche in questo caso il motivo è politico”.
Cioè?
“Sulla legge elettorale la maggioranza ha visioni dirette per quanto riguarda il tipo di sistema e di premio. Quindi si vuole rinviare la discussione in un secondo momento. Ma la legge elettorale incide sul funzionamento della forma di governo. Quindi quando si affronta l’elezione del premier, contestualmente dobbiamo porci il problema di come attribuire il premio di maggioranza alle liste a lui collegate”.
Non sarà più previsto il semestre bianco. Può spiegare questo punto?
“La riforma abolisce il divieto di scioglimento delle Camere nel semestre bianco. Oggi il presidente della Repubblica può sciogliere le Camere negli ultimi sei mesi del mandato, se coincidono con la fine della legislatura. La riforma vuole estendere la possibilità: quindi anche nel semestre bianco, il Capo dello Stato potrebbe sciogliere le Camere anche a sei mesi dalla fine del mandato”.
Quindi in sostanza verrebbe abolito il semestre bianco…
“Sì”.
Che idea si è fatto dell’attuale testo proveniente dalla commissione parlamentare?
“Certamente la commissione ha fatto un buon lavoro. Il testo è notevolmente migliorato. Si è previsto il potere di nomina e revoca dei ministri da parte del presidente del Consiglio eletto. Si è disciplinato in maniera puntuale il potere di scioglimento. Il premier ha un potere maggiore perché a questo punto spetta a lui decidere se passare la mano al successore, o restare in sella, oppure chiedere lo scioglimento. Alcune perplessità iniziali quindi, non hanno più ragion d’essere. È stata opportuna l’azione del senatore Pera”.
Quale in particolare?
“Ha presentato emendamenti che tendono a garantire il ruolo di equilibrio costituzionale del Capo dello Stato. Ad esempio, sottraendo al potere di sotto-firma del premier alcuni atti che riteniamo esclusivamente presidenziali, come la nomina dei giudici costituzionali, il potere di grazia, di promulgazione o rinvio. Sono tutti poteri di garanzia che temevamo potessero essere condizionati dal premier eletto. In sostanza il ddl è migliorato e credo che sia sulla strada giusta, ma vanno risolti i nodi della maggioranza che serve per eleggere il premier e la legge elettorale. Sono due aspetti da decidere ora e non in futuro con le leggi”.