“I bambini, durante la pandemia sono stati protetti perché hanno avuto meno occasioni di contatto intrerumano. Le infezioni da streptococco esistono da sempre, ma adesso c’è una recrudescenza”.
A parlare ai nostri microfoni è Fabrizio Pregliasco, virologo, direttore sanitario dell‘IRCCS Ospedale Galeazzi di Milano. Soprattutto nei bambini, nel 2023 si è assistito a un aumento di casi di infezione da streptococco.
La ripartenza dell’infezione va dal 13-16% dei campioni esaminati e utilizzati in uno studio della Pediatria e della Microbiologia della Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS e dell’Università Cattolica, pubblicato su Lancet Microbe.
Lo studio ha dimostrato che durante la pandemia Covid-19 c’è stata una riduzione delle infezioni. “Le misure di protezione non farmacologiche, come la mascherina, hanno in questi anni ridotto il contatto con il microrganismo e l’infezione”, ha spiegato Maurizio Sanguinetti, ordinario di Microbiologia dell’Università Cattolica, come riportato da RaiNews.it. Quando poi “queste protezioni sono state rimosse nel 2023, abbiamo osservato una ripartenza dell’infezione”.
I più colpiti dalle infezioni da streptococco sono i bambini in età pre-scolare, dai tre ai sei anni. “Il sospetto è che essendo stati protetti in modo importante restando a casa con le mascherine, non abbiano sviluppato la normale immunità parzialmente protettiva nei confronti dell’infezione”, aggiunge Sanguinetti. In poche parole i piccoli hanno un debito immunologico”.
L’intervista a Fabrizio Pregliasco
Professore Pregliasco, perché c’è stato l’aumento delle infezioni da streptococco?
“Lo streptococco esiste da sempre non è riguarda solo i bambini. Adesso stiamo assistendo a questa recrudescenza in termini numerici. Si parla di debito immunologico nel senso che i bambini, nel corso dell’infanzia, sono destinati ad avere queste infezioni, ma oggi le hanno tutte insieme. Normalmente invece, sono distribuite nel tempo”.
Questo avviene perché durante la pandemia sono stati protetti?
“Esatto. Questi bambini dal 2020 al 2022 hanno avuto meno occasioni di contatto interumano”.
Come ci si protegge?
“Non esiste un vaccino. Per fortuna ci sono diversi anticorpi, anche se qualche streptococco sta diventando resistente. Non c’è molto da fare: l’esposizione porta all’infezione”.
Il professore Sanguinetti, che ha condotto lo studio, ha parlato dell’importanza di allenare il sistema immunitario a rispondere alle infezioni. In che modo si può fare?
“Ci sono gli immunostimolanti, i probiotici, che possono facilitare la risposta immunitaria. Ma non si può fare altro che esporre i bambini”.
Quali sono i sintomi?
“L’infezione da streptococco presenta svariati sintomi. Si trasmette sia con contatto diretto, con le ferite, sia per via respiratoria. La manifestazione più grave è la fascite necrotizzante, che nei casi peggiori porta anche all’amputazione. Anche la scarlattina fa parte dello streptococco. Per il resto, questo batterio colpisce varie parti: dalla gola, alle orecchie, i seni paranasali, i polmoni, la cute, il tessuto sottocutaneo. Le complicanze riguardano l‘infezione alle orecchie, problematiche renali e febbre reumatica”.