“Il corteo di ieri durante gli Stati generali della natalità, non era preavvisato. Abbiamo dovuto fermare i manifestanti, era presente Papa Francesco”.
Anche se non avviene solo in Italia, si sta assistendo a un’escalation di violenza nelle piazze. Si manifesta soprattutto per dire stop al genocidio a Gaza, ma negli ultimi giorni gli studenti hanno protestato anche agli Stati generali della natalità contro la ministra Roccella.
Ieri, mentre all’Auditorium di via della Conciliazione a Roma si trovava Papa Francesco, un gruppo composto da circa 250 studenti ha cercato di raggiungere la struttura ma è stato fermato dalle forze dell’ordine. “La manifestazione non era preavvisata e quando il corteo ha deciso di deviare per raggiungere gli Stati generali, chiaramente non abbiamo potuto consentirlo e c’è stato un contatto tra manifestanti e forze dell’ordine”, dichiara ai nostri microfoni in segretario del Sindacato autonomo di polizia Stefano Paoloni.
“Non potevamo consentire che entrassero in un luogo dove si stava svolgendo un dibattito, al quale tra l’altro era presente Papa Francesco. Dovevamo garantire l’incolumità all’Auditorium e il diritto di chi era lì per intervenire”, aggiunge.
L’escalation di violenza non si sta verificando solo nelle piazze, ma anche negli stadi: “Dopo alcuni anni in cui gli episodi erano diventati rari, adesso si stanno verificando ogni weekend. L’ultimo risale a ieri ad Ascoli, in occasione della retrocessione della squadra. I miei colleghi sono rimasti feriti. E il problema riguarda tutti gli stadi italiani”.
Anche di questo si parlerà al convegno del 15 maggio a Roma, in memoria di Filippo Raciti, l’ispettore del reparto mobile di Catania che il 2 febbraio del 2007 perse la vita fuori dall’Angelo Massimino durante i disordini tra ultras del Catania e del Palermo. L’evento rientra tra quelli organizzati ogni anno a maggio, in concomitanza con l’anniversario delle stragi di Capaci e Via D’Amelio, per celebrare le vittime della mafia, del terrorismo, del dovere e di ogni forma di criminalità.
All’evento, che si terrà all’Hotel Forum a Roma alle ore 9, in via Tor de’ Conti 25-30, parteciperanno la moglie e la figlia di Filippo Raciti, Marisa Grasso e Fabiana Raciti, il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, il segretario del Copasir Ettore Rosato, il deputato Giovanni Maiorano, nella Commissione Difesa, Gianni Tonelli, presidente onorario del Sap, e Carlo Parisi, segretario generale della Federazione Italiana Giornalismo, Editoria e Comunicazione.
“Sono tanti gli interventi che possono essere fatti”, e che il Sap proporrà ai politici presenti. “Speriamo che il dibattito possa andare in questa direzione”, dichiara Paoloni. “Riteniamo che la sicurezza non abbia colore politico e che sia nell’interesse di tutto il Paese. Le cose da fare sono parecchie, a cominciare dalle norme che tutelino gli operatori, ma anche protocolli operativi chiari e dotazioni adeguate”.
Il Sindacato autonomo di polizia da tempo invoca la necessità di stabilire tra i protocolli operativi in piazza, “una distanza di sicurezza di due metri tra manifestanti e operatori, sotto la quale non si possa andare. A tutela di tutti”.
Ma perché si assiste all’aumento della violenza nelle piazze? Paoloni ritiene che “la questione è piuttosto complessa. Avevamo già anticipato tempo fa che si stava andando incontro a un’escalation, c’erano tutti i segnali. Purtroppo quando la violenza viene legittimata anche da persone che hanno un ruolo politico e istituzionale, c’è questo rischio. La polizia è diventata la controparte, ma non deve esserlo perché non lo siamo. Non abbiamo colore politico e in uno stato di diritto il nostro compito è garantire a tutti di manifestare le proprie idee, pacificamente e senza armi. Questo purtroppo non sta accadendo, perché forse è un modo per attirare l’attenzione sulla manifestazione. Noi ne paghiamo le spese, mettendo a repentaglio la nostra incolumità”.