Una campionessa del mondo di freccette ha deciso di ritirarsi dalla competizione pur di non giocare contro un’atleta transessuale
Prosegue la triste storia di Noa-Lynn van Leuven, giocatrice di freccette transessuale che qualche mese ha ottenuto la convocazione con la Nazionale olandese. La sua chiamata aveva già scatenato il panico all’interno della squadra con due delle giocatrici più rappresentative – Anca Zijlstra (50) e Aileen de Graaf (33)- che, sfogandosi sui social, avevano deciso di mettere con le spalle al muro l’allenatore. La scelta di confermare la selezione della ventisettenne non ha fatto altro che aumentare i dissapori con le due campionesse che hanno dichiarato ufficialmente di aver abbandonato il team. Una situazione che ha fatto soffrire la povera Noa-Lynn, volenterosa solo di realizzare il proprio sogna e fare ciò che ama.
Più volte, nelle passate settimane, la ragazza ha espresso il proprio dolore, consegnando ai giornalisti la propria storia: “Sono sempre stata vittima di bullismo. All’inizio pensavo: ‘Okay, sono semplicemente strana. Non sono trans, non posso esserlo’. Ma diventavo sempre più insoddisfatta di me stessa, al punto che non volevo più vivere. E quello è stato il momento in cui ho pensato: ‘Ora posso andare in entrambe le direzioni. Posso farla finita o posso vivere come voglio vivere'”. Una scelta coraggiosa che, però, oggi viene ‘ripagata’ da continui attacchi e mancanze di rispetto anche nel mondo che ha sempre amato, quello delle freccette.
Di recente la sua dolorosa avventura ha dovuto aggiungere un altro capitolo. Noh-Lynn la scorsa settimana avrebbe dovuto affrontare la pluripremiata partecipante alla Coppa del Mondo e campionessa di varie federazioni, Deta Hedman negli Open di Danimarca. Le cose, però, non sono andate così. A poche ore dall’inizio del match, le è stata comunicata la notizia che la leggenda inglese si era voluta ritirare per non confrontarsi con lei. Una decisione, che però, era prevedibile. La sessantaquattrenne, d’altronde, da due anni conduce una campagna contro le donne trans nel suo sport.
Sostiene, infatti, che non vi possa essere equilibrio nelle gare. Facendo fede a numerosi studi, portati anche in sedi istituzionali, ha voluto dimostrare che sia mentalmente, sia fisicamente le atlete transessuali sono forti e hanno così un vantaggio non trascurabile. Il suo addio alla competizione, dunque, non è altro che una dimostrazione di quanto crede nel proprio pensiero e della sua volontà di portare avanti imperterrita questa sua lotta che, osservando gli eventi, non sarebbe neanche così personale. L’olandese è quindi andata direttamente in semifinale, dove alla fine ha perso contro l’altra inglese Beau Greaves.