Enrico Costa, esponente di Azione, in un’intervista a ‘Il Messaggero’ si sofferma sulla riforma della giustizia e l’utilizzo dei trojan. Ecco il suo pensiero.
La riforma della giustizia è sempre al centro della discussione politica. Il governo è intenzionato ad andare avanti con il provvedimento anche se dall’opposizione ci sono diversi dubbi. Chi sembra intenzionato ad appoggiare la norma è sicuramente Azione. Il partito di Calenda potrebbe essere al fianco del governo in questo caso, ma si preferisce attendere ancora qualche settimana per capire meglio la misura.
La speranza da parte di Enrico Costa, intercettato da Il Messaggero, è che il governo possa mettere un limite ai trojan. Si tratta di un passaggio fondamentale per l’esponente di Azione per consentire di migliorare ancora di più la giustizia.
Costa sui trojan sottolinea di condividere la linea della Cassazione e, quindi, utilizzarli solo in caso di reati gravissimi e associativi. Per il resto non servono e da qui la richiesta di introdurre nella riforma della giustizia proprio un cambiamento dell’uso di questi metodi per consentire di arrivare ad una svolta importante.
Inoltre, l’esponente di Azione ribadisce la necessità di utilizzare in modo diverso i testi perché finiscono molto spesso nelle mani dei giornali andando a distruggere l’immagine dell’indagato.
Chi, invece, è contro il limite dei trojan è il procuratore Cantone. Il magistrato sottolinea come cambiare la norma rende molto più complicata la lotta ai corrotti. La sua speranza, espressa in un’intervista a La Repubblica, è che si possa arrivare ad una soluzione diversa da quella attuale. Naturalmente, come spiegato in precedenza, il governo non ha intenzione di fare un passo indietro sul provvedimento.