Nel corso di una intervista che ha rilasciato al “Quotidiano Nazionale” è intervenuto il ministro della Difesa, Guido Crosetto
Tantissimi gli argomenti affrontati da Guido Crosetto nel corso di una lunga intervista al “Quotidiano Nazionale“. Il ministro della Difesa si è soffermato sulla questione del 2% del Pil destinato agli assetti militari come richiesti dalla Nato. Anche se, in merito a ciò, ha mostrato molta negatività e tantissimi dubbi sul fatto che possano raggiungerlo. L’unica speranza è che l’Europa non cambi le regole. “Fino a che le spese per raggiungere il 2% del Pil saranno in concorrenza con la spesa sanitaria, sociale, culturale e quindi ogni aumento andrà a detrimento di altre voci del bilancio generale sarà impossibile“.
Qual è la soluzione per Crosetto? Consolidare la sicurezza del Mediterraneo, soprattutto per la parte sottomarina. Proprio da lì arrivano energia ed informazione. Senza dimenticare il ripensamento delle regole per garantire la sicurezza economica. L’impegno Nato diventerà stabile nella parte est dell’Europa, soprattutto perché la Russia vuole conquistare l’intera Ucraina e che Putin vuole reinventare la vecchia Urss.
Nel caso in cui l’Occidente smettesse, da un giorno all’altro, di inviare armi all’Ucraina molto probabilmente la Russia arriverà a Kiev. D’altra parte precisa che l’Italia continuerà a dare una mano al Paese di Zelensky. L’Ucraina, quindi, verrà aiutata in tutti i modi. Non solo aiuti militari. Anche se, allo stesso tempo, si insiste per costruire condizioni di pace e cercare di portare Putin a un tavolo. Solamente la diplomazia, precisa il ministro, farà finire la guerra.
Poi precisa: “Vedo nelle università tante manifestazioni per Gaza, non altrettante per chiedere una tregua alla Russia. Eppure ogni giorno in Ucraina esplodono 10mila granate“. Proprio su Israele precisa che sia lui che il ministro degli Esteri Antonio Tajani hanno dato piena disponibilità per una forza di pace con l’Onu, magari partecipare ad una missione che possa servire per mettere fine al conflitto in Medio Oriente.
In conclusione rivela: “Il mondo è cambiato a 360 gradi, non possiamo mantenere lo stesso strumento di difesa dei tempi di pace. Servono più uomini. Dobbiamo agire sulle comunicazioni satellitari. Stiamo lavorando con tutti gli Stati maggiori, compresi i carabinieri, per adeguare lo standard e affrontare uno scenario nuovo. Confermiamo le missioni all’estero, anche se vanno riconfigurate. Servono più velocità, efficienza e meno burocrazia“.