“Salvini dice che la leva obbligatoria va fatta per educare i giovani. Ma l’educazione si fa con la cultura, la scuola, l’associazionismo. Nell’esercito ora abbiamo bisogno di professionisti”.
Il capogruppo Pd in commissione Difesa alla Camera, Stefano Graziano, ai nostri microfoni commenta il confronto tra il vicepremier Matteo Salvini e il ministro della Difesa Guido Crosetto, sul servizio militare.
La Lega ha presentato un progetto di legge per reintrodurre una leva universale di sei mesi per i giovani su base regionale. In questo periodo potranno dedicarsi alla protezione civile, al pronto soccorso, alla protezione dei boschi o al salvataggio.
Il ministro Crosetto è contrario a questa ipotesi per quanto riguarda l’esercito: “Le Forze Armate hanno bisogno di professionalità, non è un luogo dove insegnare o educare i giovani”. E specifica: “Una leva universale non è in discussione. Altra cosa è il servizio civile”.
“L’esercito deve essere formato da professionisti”
Graziano è sulla stessa linea: “Il problema è che Salvini dice che la leva obbligatoria va fatta per educare i giovani. Ma l’educazione si fa con la cultura, la scuola, l’associazionismo, la Chiesa, la famiglia e lo sport. Insomma tutto l’universo della persona che nasce e cresce nei territori, dove dobbiamo creare i servizi. L’esercito deve essere formato da professionisti: le battaglie sulla difesa oggi hanno una logica ibrida”.
Dal punto di vista della difesa, aggiunge il deputato Dem, non è possibile fare un servizio di leva nazionale: “Abbiamo lasciato la leva obbligatoria e siamo andati avanti. Diverso è il servizio civile, che si allarghi anche alle attività interne ai Comuni, alle province, agli enti locali, servizi di assistenza e associazioni. Questo può essere utile a dare un contributo oggettivo. Ma dal punto di vista della Difesa, non è possibile fare una leva nazionale”.
Onorevole Graziano, le condizioni mondiali attuali, con tutti i conflitti in corso, rendono o no necessario un cambiamento nella Difesa?
“Dobbiamo andare verso una difesa europea, per avere da un lato, una protezione dell’Europa nel suo complesso, che oggi non c’è, dall’altro una riduzione della spesa militare dei singoli Stati. Credo che tutti i partiti debbano confrontarsi su questo: c’è bisogno di un’Europa più forte. Siamo un una condizione globale in cui i singoli Paesi europei si confrontano, non solo sulla Difesa, con Cina e Russia. È impensabile che un singolo Stato possa combattere contro questi tre giganti. Ecco perché l’Europa deve organizzarsi”.
Sta parlando di un esercito europeo?
“Se parlo di difesa europea intendo tutto quello che riguarda questo settore. Quindi andare verso questa direzione significa anche questo, oltre che ridurre la spesa. Oggi lamentiamo l’assenza dell’Europa nella vicenda russo-ucraina, mediorientale, Mar Rosso, Russia e Kosovo, nel Mediterraneo. Ma per far in modo che l’Europa ci sia, serve avere una politica estera e una di difesa comune. Solo così l’Europa può diventare più forte”.