“Gli scenari mondiali sono di un livello elevato. Non è possibile impiegare nell’Esercito ragazzi con una formazione base. Abbiamo bisogno di personale qualificato e altamente addestrato”.
Stefania Pucciarelli, capogruppo della Lega in commissione Esteri e Difesa a Palazzo Madama, mette un punto ad ogni dubbio. Lo scopo del progetto di legge di cui ieri il ministro Salvini ha parlato all’Adunata nazionale degli Alpini a Vicenza, non è addestrare ragazzi per arruolarli nell’Esercito italiano. Del resto, “sei mesi non sono sufficienti per formarli rispetto ai teatri in cui operano i nostri soldati oggi”.
Lo scenario mondiale richiede personale “qualificato e altamente addestrato. Non possiamo impiegare ragazzi con una formazione di base”.
Il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini ha parlato di introdurre una leva obbligatoria universale di sei mesi, dando il via a un confronto serrato con il ministro della Difesa Guido Crosetto. Una ipotesi del genere non potrebbe mai riguardare le forze armate, “che non sono un luogo per educare i giovani, cosa che deve essere fatta dalla famiglia e dalla scuola”.
Salvini parla di un grande progetto di educazione civica, che di fatti si scontra con il concetto di leva obbligatoria. “Oggi è ancora una bozza di proposta di legge sulla quale la Lega sta lavorando. Prevede che i ragazzi possano dedicarsi in attività a supporto della Protezione civile, ad esempio nei salvataggi o nella protezione dei boschi: una sorta di aiuto alla popolazione in casi di calamità”, spiega Stefania Pucciarelli, ex sottosegretaria di Stato alla Difesa.
Crediti formativi al termine del percorso
Un’altra ipotesi è prevedere, al termine del corso di sei mesi, l’assegnazione di crediti formativi. “Lo scopo della Lega, attraverso questa Protezione civile allargata, punta a riavvicinare i giovani alla società e alla collettività, fare in modo che possano essere attirati da uno stile di vita diverso, dando un supporto maggiore alle famiglie e alle scuole in questo senso”.
Senatrice Pucciarelli, però il termine leva obbligatoria fa pensare al servizio militare.
“In effetti sono due cose diverse. La terminologia, buttata lì, può essere interpretata come una leva obbligatoria ed effettivamente sono due cose differenti. La nostra idea nasce su base regionale. Una volta i ragazzi venivano mandati dove decideva lo Stato. Il temine può essere modificato, perché effettivamente le basi sono differenti. Ciò però, non esclude che le due cose possano essere complementari”.
In che modo?
“La Difesa interviene a supporto della Protezione civile quando ci sono calamità naturali o emergenze sociali. Immaginiamo un percorso armonico e di supporto alla Difesa. Alcune basi quindi, nel percorso formativo, possono essere condivise. In ogni caso la proposta di legge è ancora in fase di lavorazione”.