I due leader che sembrano l’opposto l’uno dell’altro, sono più vicini di quanto si possa pensare e immaginare
Si detestano, almeno a parole, a volte si odiano perfino e si dicono di tutto e di più, ma, strano a dirsi, in un tempo non tanto lontano, hanno fatto anche parte di uno stesso governo, ma quando uno pensa a Matteo Renzi e Matteo Salvini, i due “Matteo” d’Italia, si immaginano due persone completamente differenti l’uno con l’altro. Uno attacca e parla chiaro, spesso, l’altro è uno dei maggiori interpreti del trasformismo moderno, capace di cambiare la sua stessa idea e andare su fronti diversi e contrari, basta vedere quello che Salvini diceva su Draghi per poi appoggiarlo nel governo di larga intesa. Ed è la più clamorosa, ma ce ne sono altre. Da Renzi, che si è candidato in extremis, il contropasso di andare in Parlamento Europeo se dovesse essere eletto. “L’Europa è un’idea bellissima ma o la rilanciamo o diventiamo irrilevanti e se vengo eletto io a Strasburgo ci vado eccome non mi metto a truffare gli italiani“, dice il Matteo toscano.
Diretto e chiaro come poche altre volte, Matteo Renzi mentre parla alla Gazzetta del Mezzogiorno. Per questo si infervora e parla degli Stati Uniti d’Europa che secondo lui rappresentano il “sogno più bello”. E gli piace rivolgersi direttamente ai giovani sottolineando che “siamo quelli che chiedono il voto per un sogno, non per un singolo candidato“. E attacca Azione di Calenda specificando che il partito del suo ex alleato ha cambiato idea su tante e troppe situazioni anche per questo la decisione di non avere niente più a che fare con lui. “Calenda si candida per finta, noi ci candidiamo davvero. Se eletto, si dimetterà, noi no e se veniamo eletti, andremo a Strasburgo“.
Renzi non molla l’osso e si avventa ancora su Carlo Calenda e il suo è un attacco durissimo: “Azione nel proprio simbolo ha il cognome di Calenda, la differenza è che noi nel simbolo abbiamo gli Stati Uniti d’Europa, noi portiamo avanti un progetto, non un ego“, ma l’ultima se la riserva sulla Puglia e non l’accetta per nessuno motivo: “Calenda ha votato la fiducia a Emiliano, noi abbiamo votato contro Emiliano, e come ha fatto Calenda a a ripensare a determinate cose come la Tap, Ilva, Xylella, Buona scuola, trivelle non lo capisco proprio“.
Non perde tempo l’altro Matteo che sul suo “nemico” non dice nulla, ma assicura che “è ora di cambiare la rotta perché si potrebbe andare a sbattere” e sull’Europa insiste sulla sua linea: “Dobbiamo fare in modo di salvaguardare le case che rappresentano il patrimonio immobiliare degli italiani e la direttiva europea penalizza troppo gli italiani e su questo si deve vigilare e stare attenti e non far passare nulla da questo punto di vista“. Non solo. Salvini, che appoggia ed esalta Romito per la città di Bari, non molla e attacca ancora la linea europea su altre cose come sulla decisione di “non far produrre più veicoli a benzina e diesel, facendo così un regalo clamoroso ai cinesi“