Scontri in piazza, la versione della Polizia: “Ecco la verità sulle manifestazioni a Roma”

Andrea Cecchini, portavoce di Italia Celere: “Siamo ormai in dittatura. Queste manifestazioni dove si mette in scena un finto pacifismo, hanno una sola ragione. E noi siamo stufi…”

La tensione è sempre più alta. Ancora una volta, per le strade della capitale, si sono registrati scontri tra manifestanti e Forze dell’ordine. L’ultimo episodio, nello scorso fine settimana, ha visto un duro faccia a faccia tra i manifestanti e gli agenti: un gruppo di circa 250 persone, hanno provato a  deviare il percorso concordato per raggiungere l’Auditorium di via della Conciliazione dove era in corso la seconda giornata degli Stati generali della Natalità. I poliziotti, chiamati ad organizzare l’ordine pubblico, hanno così effettuato delle cariche di alleggerimento, che ha portato alcuni responsabili delle forze dell’ordine al San Carlo di Nancy per contusioni.

Gli scontri in Piazza a Roma tra i manifestanti e i rappresentanti delle forze dell’ordine – Notizie.com

Anche alcuni ragazzi,   appartenenti ai collettivi studenteschi, in particolare quello di Aracne, sono stati trasportati in ambulanza per controlli all’ospedale Santo Spirito. “Siamo passati dagli spintoni, alle pietre, per arrivare a dei veri e propri assalti. Il passo per la molotov è sempre più breve”, dichiara in esclusiva ai nostri microfoni Andrea Cecchini, portavoce di Italia Celere, uno dei principali sindacati di Polizia. Cecchini ricostruisce quanto accaduto per le vie della città e risponde alle accuse piovute alle forze dell’ordine in questi giorni. 

Cecchini, cosa è successo nelle recenti manifestazioni?
Cosa è successo? semplice: questi studenti, e consentitemi una battuta, vorrei sapere quanti veramente sono andati a scuola di loro, partecipavano ad un corteo, che era indirizzato su una via specifica. Poi ad un certo punto, le cose sono cambiate”

In che modo?
Ad un certo punto, la testa del corteo, dove a capo c’era un gruppo con uno striscione viola, ha deviato all’improvviso da un’altra parte ed hanno iniziato a correre. Erano circa 200 persone e sono andati incontro verso un altro gruppo che si trovava su un’altra via: in Via Leone IV. Queste 200 persone, anzi, usiamo il termine giusto, questi delinquenti, perchè di tali si tratta, hanno iniziato ad attaccare i colleghi che si trovavano li. Ed in molto molto violento”.

Andrea Cecchini, portavoce di Italia Celere sugli scontri avvenuti nella capitale e che hanno coinvolto esponenti delle forze dell’ordine – Notizie.com

Cosa è successo nello specifico?
“Siamo stati attaccati con una violenza inaudita. Noi abbiamo avuto l’ordine di non reagire e di difenderci solo con gli scudi. Cinque colleghi hanno riportato delle ferite. Uno è stato ferito seriamente, riportando delle serie fratture alle ossa. Gli altri hanno riportato ferite di vario genere”.

Cosa si sente dire dopo quello che è successo e le polemiche che sono seguite?
“Più che una riflessione, mi viene in mente una domanda: quando finirà il buonismo e la demagogia di una parte della sinistra più estrema, che utilizzano queste persone, mascherati di studenti? Domanda alla quale è difficile, forse impossibile, dare una risposta. Una cosa è certa: quando tutto questo finirà, allora si potrà parlare di democrazia. Oggi la democrazia non esiste”.

Perchè?
“Non siamo in democrazia, bensì in dittatura. Una dittatura che vede a capo queste persone che sono in grado di comandare e gestire letteralmente le piazze e le città, attraverso manifestazioni dove si mette in scena un finto pacifismo, ma dove accade altro”.

Cosa?
“Queste manifestazioni sono soltanto un modo per sfogarsi addosso ai poliziotti, che hanno le mani legate e che hanno un unico destino: quello di subire e di finire in ospedale. Gli ordini sono chiari: ci è stato imposto di non reagire e di non poter utilizzare lo sfollagente”.

Uno dei momenti più concitati nel confronto tra i manifestanti e la polizia – Notizie.com

Come poliziotti, cosa potete fare, quando vi trovate in situazioni di questo tipo?
“Giorni fa ho fatto una battuta: ormai siamo diventati l’anti-stress dei poveri studentelli e dei pacifisti. Proprio come l’orsetto del luna park. Siamo diventati l’attrazione di tutti: ci colpiscono  e ci fanno foto ovunque. Siamo un vero fenomeno da baraccone, nel silenzio di uno Stato che non ci riconosce più come i Servitori del Paese ma come portatori di voti qua e là”.

Cosa si sente di chiedere allo Stato?
“Io non voglio chiedere niente, io pretendo e lo dico con forza, che il Governo ci spieghi fino a che punto dobbiamo arrivare. Anche perchè la situazione sta degenerando: siamo passati da quattro spintoni, poi ai bastoni, ai sassi lanciati, ai calci, agli sputi e agli insulti e il passo verso gli attacchi con le bombe molotov è molto breve. E di mezzo ci siamo sempre noi poliziotti. Padri di famiglia, onesti lavoratori che non meritano certo di finire in ospedale per l’incapacità e le adempienze della classe politica.

A proposito di padri di famiglia, a Milano un agente ha subito un aggressione molto violenta.
“Anche su questa vicenda, che sta cadendo nel silenzio, ci sono alcune cose che proprio non mi vanno giù”.

Quali?
“Se il collega avesse dato una manganellata al marocchino a Milano sarebbero intervenute subito tutte le Istituzioni e sicuramente ora sarebbe già crocifisso. E invece è in gravissime condizioni e nessuno apre la bocca.  Sotto gli occhi della mia immaginazione ho una scena….se avesse sparato per difendersi lo avrebbero condannato oggi stesso per aver sparato senza essere stato prima ucciso! Perché oggi in Italia se non ti ammazzano non puoi difenderti; nel frattempo loro possono tutto, possono ammazzarti tanto Caino sarà sempre difeso. Detesto dirlo ma in tutti gli altri Paesi civili i Poliziotti sono rispettati e temuti perché rappresentano la Legge; qui in Italia, con la storia del fascismo e coi pregiudizi da parte di beceri politici e da stupidi, viziati e invasati studentelli, anarchici e associazioni che di umano hanno ben poco, il cattivo la farà sempre franca e il buono continuerà a subire morendo”
“.

 

 

 

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