“Il dibattito tv tra Elly Schlein e Giorgia Meloni avrebbe fatto emergere chiaramente due idee d’Italia. È stata un’occasione persa”.
In esclusiva a Notizie.com, il deputato Dem Arturo Scotto risponde così alla sfida del leader del M5S Giuseppe Conte per un confronto tutti contro tutti, dopo la cancellazione del dibattito a Porta a Porta tra le due leader dei maggiori partiti di maggioranza e opposizione, Elly Schlein e Giorgia Meloni.
“Il tema non è lo spazio delle singole forze politiche – aggiunge Scotto – ma la costruzione dell’alternativa alla destra. Il confronto tra Schlein e Meloni avrebbe fatto emergere chiaramente due idee d’Italia. Ora che non è possibile farlo, tutto il resto rischia di essere oggettivamente il teatrino della politica”. Quanto al dibattito tutti contri tutti, aggiunge, “decideranno i candidati se farlo o meno”.
Dopo la comunicazione della Rai di ieri, giovedì 16 maggio, diventa complicata qualsiasi ipotesi di confronto tra i leader candidati per le elezioni europee. “La leader del Pd Elly Schlein aveva accolto la proposta della premier Meloni, anche accettando l’ipotesi di fare il dibattito a Porta a Porta. C’è stata una forma di interdizione, e non credo che faccia bene a chi l’ha fatta. Non porterà più voti, è stata un’occasione persa, perché la principale forza di opposizione avrebbe finalmente avuto la possibilità di stanare le scelte sbagliate del governo. E i cittadini avrebbero potuto formarsi un giudizio”.
Le parole di Scotto (Pd) in esclusiva a Notizie.com
Onorevole, perché dice che cancellare il dibattito da Vespa non abbia fatto bene a nessuno?
“Il Pd sta facendo un lavoro nelle piazze italiane non solo per sé, ma per tutte le opposizioni, per ricostruire un’alternativa di governo. Sarebbe utile che lo facessero anche le altre forze di minoranza. Se ne farà a meno, ma c’è un nodo politico”.
Quale?
“L’obiettivo di questa campagna elettorale delle europee è evitare l’avanzata delle destre in Europa. Dovrebbero essere tutti generosi nell’impedire che la destra radicale sostenga la Commissione europea. Ma vedo che la corsa è addosso solo a Schlein e al Pd da parte delle opposizioni stesse”.
Si spieghi.
“C’è una polemica in corso sulla candidatura di Elly Schlein e non solo sua. Contestano che siccome lei non andrà al Parlamento europeo non avrebbe dovuto candidarsi, e parlano di una forma di aggiramento della volontà popolare. Innanzitutto gli elettori non sono stupidi, ma il punto è, come ho detto, sottrarre seggi alla destra. E se la candidatura di un leader può essere funzionale in questo senso, allora è un fatto positivo”.
Cosa pensa di un eventuale confronto tra Meloni e Schlein su un’altra piattaforma? Ad esempio un giornale online, sui social o in una piazza?
“Sono decisioni che spettano ai candidati. Ma non è il mezzo che conta. Il tema sono le domande che Elly Schlein avrebbe posto a Giorgia Meloni, che erano molto semplici. Riguardavano i tagli alla sanità, i bassi salari il no al salario minimo, la prospettiva della pace e della guerra su cui il governo non mette in campo azioni diplomatiche. Mi pare invece che il tema adesso non sia parlare della vita degli italiani, ma impedire un dibattito. Mi sembra un’operazione discutibile”.