Il portavoce del principale sindacato di Polizia, in esclusiva a Notizie.com: “Se non ci difendiamo ci ammazzano, se lo facciamo finiamo in Tribunale”
“La politica degli ultimi vent’anni ci ha disarmato togliendoci autorità e autorevolezza. Siamo sotto tiro, sembriamo l’orsacchiotto del Luna Park. Basta con le parole di circostanza e solidarietà dalle istituzioni e dalla politica ci aspettiamo la volontà di cambiare le cose da chi se non da loro, ne vale della tutela di noi operatori e della sicurezza degli italiani”. La Polizia alza la voce. Attraverso i propri principali organi sindacali, i rappresentanti delle Forze dell’Ordine annunciano un presidio con volantinaggio, in programma domani a Roma.
Si sono dati appuntamento in Piazza del Viminale per gridare al mondo della comunicazione e delle istituzioni il loro disagio. Una manifestazione organizzata da Italia Celere e che punta a far sentire la protesta delle Forze di Polizia, che nelle ultime settimane sono finite spesso al centro del dibattito. E nel bel mezzo di situazioni pericolose, che si sono concluse con scontri, rappresaglie e con diversi operatori delle forze dell’ordine colpiti, feriti e costretti al ricovero in ospedale.
Prima l’accoltellamento di un poliziotto a Milano, poi il faccia a faccia (con conseguenti polemiche) nella capitale con un gruppo di manifestanti che cercavano di raggiungere l’Auditorium di via della Conciliazione dove si stava svolgendo la seconda giornata degli Stati Generali della Natalità. “Tutti fanno carriera con le belle foto dei poliziotti da social e media. Noi rischiamo davvero la vita. La gente per assicurarsi impunità e libertà, ci accoltella, ci bastona, ci manda in ospedale. Lo Stato democratico è inconcepibile che ci si divida tra il bene e il male. Tra il giusto e lo sbagliato. Passa il messaggio per cui uccidere un poliziotto è giusto, se lo si vuole“, viene specificato nel comunicato che annuncia la mobilitazione generale. “La scelta di apparire ha creato un clima di odio nei nostri confronti, oggi la polizia è un prodotto da vendere e non lo strumento efficace per arginare la criminalità. L’Italia resta il paese al mondo col più elevato numero di morti per mafie, di attentati a politici, magistrati ed ora è il paese con più poliziotti feriti gravemente durante il servizio e, paradosso, col più elevato numero di poliziotti indagati”.
Cecchini in esclusiva a Notizie.com: “O ci ammazzano o finiamo in tribunale”
Andrea Cecchini, portavoce di Italia Celere, spiega ai nostri microfoni il senso della manifestazione, ricordando i recenti episodi che hanno visto le forze di polizia al centro delle discussioni.
Cecchini, da dove nasce l’idea della manifestazione?
“Scendiamo in piazza a fare un presidio con volantinaggio sotto il Viminale per far sentire alle Istituzioni il malessere che vive la gente in Divisa”.
Nel comunicato si parla di mancanza di tutela e di abbandono…
“Siamo abbandonati da uno Stato che sceglie la via dell’apparenza a quella dell’efficienza, noi Poliziotti abbiamo le mani legate e se non ci difendiamo finiamo in ospedale, se ci difendiamo prima che ci ammazzano finiamo in tribunale”.
Si riferisce ad un fatto specifico?
“A quello che è accaduto a Milano nel giro di sole 24 ore. Il giorno prima un collega per poco muore accoltellato da un immigrato, il giorno dopo un collega si difende e difende gli altri colleghi e i passanti e viene indagato.
Insomma, è tutto un paradosso e per questo scendiamo in strada, perché le Istituzioni e la gente comune devono comprendere che la libertà di tutti passa per le regole e noi abbiamo il dovere di applicarle facendole rispettare”.
Nel comunicato si fa riferimento anche ai problemi che potrebbero avere le persone comuni.
“E’ giusto chiarire che Perché, se continuiamo di questo passo il problema non sarà più solo nostro, ma ce l’avrà la gente comune, che non troverà difesa di fronte ai soprusi e alle violenze”.
Avete tirato in ballo più volte la politica…
“Ecco, ragioniamo bene sull’impatto mediatico, sociale, umano e politico che ha il comando “usate solo gli scudi”. Da quel giorno di Pisa si sta riscrivendo una nuova storia del Paese ma che poi è sempre la stessa: la politica fa il bello e il cattivo tempo tanto non risponderà mai delle dichiarazioni, delle parole, ne tantomeno delle decisioni. Noi invece in strada dobbiamo decidere in pochi secondi rispondendo direttamente! Questo è degrado sociale e politico”.