L’ allarme per i crescenti casi di influenza aviaria è sempre più alto e da Bassetti arriva un monito: ” bisogna parlarne di più”
La crescente preoccupazione per la diffusione del virus dell’influenza aviaria H5N1 tra i mammiferi marini e gli animali di allevamento, ha acceso nuovi allarmi nella comunità scientifica internazionale.
Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, sottolinea l’urgenza di affrontare il problema con maggiore attenzione. Recentemente è emerso che il virus H5N1, non colpisce solo gli uccelli selvatici ma si è diffuso anche tra i mammiferi marini come leoni marini e foche, oltre ad arrivare agli animali d’allevamento e stando a quanto affermato dallo stesso Bassetti, ‘dalle mucche può saltare all’uomo’.
In particolare, negli Stati Uniti si è registrata un’epidemia tra le mucche da latte. Queste ultime hanno mostrato la presenza di un recettore per l’influenza simile a quello ritrovato in alcuni uccelli e nell’uomo.
Tale scoperta suggerisce che le mucche potrebbero agire come serbatoi in cui il virus apprende a mutare per contagiare più facilmente gli esseri umani. Bassetti evidenzia come l’H5N1 abbia subito una trasformazione significativa nel corso degli anni, perdendo quasi completamente la sua natura originaria legata esclusivamente agli uccelli selvatici. Il passaggio del virus attraverso diverse specie e continenti ha portato a una situazione preoccupante che richiede una risposta immediata da parte delle autorità sanitarie internazionali.
Di fronte alla minaccia rappresentata dall’H5N1, gli Stati Uniti hanno intrapreso azioni concrete per cercare di contenere la diffusione del virus. Oltre 200 milioni di dollari sono stati stanziati per combattere l’influenza aviaria e i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) americani hanno aumentato il livello di allerta e controllo sui casi registrati. Lo studio pubblicato sulla piattaforma pre-print ‘bioRxiv’, condotto da scienziati statunitensi e danesi, rivela dati cruciali riguardanti la somiglianza dei recettori influenzali nelle mucche con quelli umani. Questa scoperta apre nuove prospettive sulla comprensione della trasmissione del virus e sull’elaborazione di strategie preventive efficaci.
Bassetti conclude sottolineando l’importanza dell’H5N1 come possibile minaccia globale alla salute pubblica. È fondamentale che tutti i soggetti coinvolti – dalla comunità scientifica alle autorità sanitarie fino al grande pubblico – inizino a discutere con maggiore insistenza delle implicazioni legate alla diffusione dell’influenza aviaria tra diverse specie animali e della sua potenziale capacità di contagiare anche l’uomo.
In conclusione, mentre il mondo continua a confrontarsi con sfide sanitarie globali senza precedenti, la questione dell’influenza aviaria H5N1 emerge come un ulteriore campanello d’allarme che richiede attenzione immediata e azioni coordinate su scala mondiale.