Un uomo venne rifiutato sessant’anni fa dalla NASA, a distanza di più di mezzo secolo è riuscito a coronare il sogno di andare nello spazio
Una storia incredibile che ha già fatto il giro del mondo. Il racconto di un sogno che è diventato realtà, sebbene abbia impiegato un po’ di anni prima di riuscirsi. Erano più di sessant’anni, d’altronde, che Edward Dwight – ex capitano dell’aeronautica americana – aspettava il suo momento: quello in cui sarebbe finalmente riuscito ad andare nello spazio. Tutto iniziò nel 1961 quando il presidente degli Stati Uniti, John Fitzgerald Kennedy, mise in piedi una campagna per diversificare il programma spaziale statunitense. La scelta dell’equipaggio che sarebbe dovuto partire alla volta delle stelle toccò alla Casa Bianca che indicò Edward.
Descritto come un pilota bello e carismatico, per via delle sue qualità, ma anche del colore della sua pelle era apprezzatissimo e sostenuto anche dai media afroamericani. Questo, però, non fu sufficiente per ottenere l’appoggio della NASA. L’agenzia aerospaziale, infatti, bocciò la sua candidatura. L’allora direttore dell’istituto di formazione, dove Dwight aveva portato avanti gli studi, non rimase soddisfatto dalle sue capacità. Lo definì un astronauta mediocre e selezionato per ragioni politiche. Un rifiuto che all’oggi novantenne non andò mai giù e che spessò si spiegò accusando i responsabili NASA di razzismo. Partendo Dwight sarebbe stato, infatti, il primo uomo di colore a imbarcarsi per lo spazio.
Quel rifiuto cambiò la sua vita. Cinque anni più tardi decise di dedicarsi ad altro. Divenne ristoratore, promotore immobiliare e celebre artista, tenendo però sempre quel sogno nel cassetto, fino a la scorsa domenica. All’età di 90 anni, infatti, l’occasione gli è stata presentata dalla Blue Origin, compagnia spaziale del miliardario Jeff Bezos che scegliendo l’equipaggio, ha inserito anche il nome di Dwight. Un viaggio rapido, a bordo del razzo New Shepard lanciato dal Texas occidentale, che è rimasto in orbita per 9 minuti e 53 secondi.
Tutti i passeggeri erano paganti, eccezion fatta per Edward che, sponsorizzato da Space for Humanity e da una fondazione privata, ha potuto finalmente coronare il suo sogno. Tornato sulla Terra, Dwight ha salutato tutti i presenti alzando il pugno al cielo. In un’intervista rilasciata ai microfoni del New York Times ha rivelato: “Pensavo di non averne davvero bisogno nella mia vita, ma non era così. Sto andando fuori di testa… È stata un’esperienza che mi ha cambiato la vita. Tutti devono farlo” – ha detto in estasi, per poi aggiungere – “Non è una questione di giustizia, ma una cosa che avrei dovuto fare prima o poi. Tutta la mia vita ruota attorno al portare a termine le cose. Questo ne è l’apice“.