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Ragazza stuprata in crociera, la denuncia di un genitore: “A cosa serviva questo viaggio?”

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Paolo Colantoni

In esclusiva a Notizie.com, parla il papà di un alunno presente sulla nave: “Era impossibile controllare tutte le persone che entravano sulla nave”

“Vieni con me dai, andiamo qua dentro che c’è altra gente”. Queste le parole che uno dei presunti stupratori saliti sulla nave da crociera che ospitava la scolaresca romana, avrebbe rivolto ad una diciannovenne, convincendola ad entrare nella sua stanza. “Pensavo che il primo mi avesse portato in una sala di ritrovo, invece era la sua stanza. Me lo sono ritrovato addosso, lui e dopo gli altri”, il racconto della vittima, riportato oggi da Il Messaggero. Una storia dai contorni ancora poco definiti e sulla quale gli inquirenti stanno cercando di fare luce.

Una ragazza di diciotto anni è stata violentata durante una crociera. La testimonianza – Notizie.com (Ansa Foto)

La crociera era stata organizzata dal Liceo Aristotele, in zona Laurentino. Il corpo docente aveva proposto ad alunni e genitori delle quinte superiori, di trasformare la classica gita di fine anno, in un momento di divertimento e svago per tutti i ragazzi, prima di lasciare spazio alla preparazione degli esami di maturità. “I ragazzi erano entusiasti – dichiara ai nostri microfoni uno dei genitori di un alunno, presente a bordoe contavano i giorni che li separavano dalla partenza. Ci siamo ritrovati domenica 12 maggio a Civitavecchia per salutarli e lasciarli in mano ai docenti presenti”. La crociera è partita di Civitavecchia e prevedeva di passare per Palermo, Ibiza, Valencia Marsiglia e Genova, prima di tornare nel porto laziale.

La ricostruzione: una notte di violenza e follia

Naturalmente all’interno della nave non c’erano solo i ragazzi e le ragazze dell’Istituto romano e di altre scuole (in Sicilia erano saliti a bordo anche i ragazzi delle scuole “La Farina” e “Basile” di Palermo e Milazzo), ma anche semplici turisti che volevano semplicemente gustarsi una crociera divertente e rilassante. A Marsiglia, penultima tappa del viaggio, sono saliti anche sei ragazzi francesi. Tra questi anche un minorenne. In quel momento la situazione è cambiata e la gita ha assunto dei connotati completamente diversi.

Il gruppo di ragazzi francesi ha socializzato con alcune studentesse romane. L’incontro è proseguito nella cabina di uno di loro, dove si è materializzata la violenza. Nel frattempo amici e compagni della vittima la stavano cercando in tutta la nave, preoccupati dalla sua assenza. Quando la diciannovenne è riuscita a scappare e a correre verso la sua cabina, ha incontrato i suoi compagni di classe e ha raccontato loro cosa fosse accaduto. I ragazzi romani hanno avvisato a quel punto i loro professori, che si sono rivolti al Comandante della Nave. Da li la denuncia, l’arrivo della polizia di frontiera a bordo, l’interrogatorio della giovane, l’identikit dei marsigliesi e la visione delle telecamere di sorveglianza, che hanno fatto luce su ciò che era accaduto in quei drammatici momenti.

La violenza si è consumata durante il viaggio tra Marsiglia e Genova – Notizie.com

Parla il papà di un ragazzo presente sulla nave da crociera: “Un’esperienza che non dimenticheranno mai”.

Ai microfoni di Notizie.com parla il papà di uno dei ragazzi presenti a bordo. Nel suo racconto emerge con forza la preoccupazione per ciò che è successo in quei momenti drammatici e l’amarezza per un tipo di gita che diventa sempre più difficile da comprendere.

Quando avete capito quello che era successo a bordo?
“Abbiamo ricevuto un messaggio da nostro figlio che ci diceva che erano rimasti bloccati a Genova e che non sarebbero potuti ripartire, perchè era successo qualcosa di grave a bordo. Non ci ha dato troppe spiegazioni, ma ci aveva fatto capire di non essere in grado di poter dire di più al telefono”.

Suo figlio era presente quando è stata ritrovata la ragazza?
“No. Non era della sua classe e inizialmente non erano stati tutti allertati. Mi ha raccontato che, quando sono stati svegliati di soprassalto, hanno temuto tutti che potesse esserci scappato un morto. Anche loro avevano inizialmente avuto l’indicazione che era successo qualcosa di molto grave a bordo”.

Come è nata l’idea della crociera?
“Una scelta assurda. Una crociera non ha nulla di didattico: nonostante si chiami campo scuola, è a tutti gli effetti una vacanza. Tra l’altro ad un costo esorbitante e a quindici – venti giorni dagli esami di maturità. Ripeto, non c’è assolutamente nulla di minimamente didattico nello stare in mezzo al mare, tra discoteche, idromassaggio e buffet aperto h24”.

Quando è partita la crociera?
“Domenica nel primo pomeriggio. Era una crociera Msc, la nave era la Seaside. Erano più scuole italiane coinvolte. Io sapevo che da Roma ci fosse solo la scuola di mio figlio, con un gruppo di circa un centinaio di persone, tra alunni e accompagnatori. Oggi ho letto su alcuni quotidiani che ci fosse anche un’altra scuola romana. Sicuramente c’erano tre istituti siciliani”.

La nave è rimasta ferma al porto di Genova dopo l’aggressione – Notizie.com

Quando si è verificato lo stupro?
“Nella notte in cui la nave viaggiava da Marsiglia a Genova. Da quanto ci è stato raccontato, in Francia sono salite queste persone e l’incontro ci sarebbe stato in discoteca”.

Suo figlio le ha raccontato cosa è successo?
“Sono stati i compagni di classe della ragazza che, preoccupatisi della sua assenza, l’hanno cercata in giro per la nave. Ed alla fine l’hanno vista fuggire per i corridoi. A quel punto è stato allertato il comandante, che ha fatto scattare la procedura d’emergenza. La nave è rimasta ferma a Genova, senza che nessuno potesse scendere. C’erano 5000 persone a bordo: sono scattate le indagini e gli accertamenti del caso. Sono stati trovati e arrestati i tre responsabili e denunciata una quarta persona in quanto minorenne”.

Prima faceva riferimento alla pericolosità e all’inutilità di una gita di questa tipo.
“Non è la prima volta che accadono fatti di questo tipo. Nel 2019 c’era stato un tentato stupro, che aveva visto come vittima un’altra ragazza romana. Nel 2021 era accaduto un altro episodio molto grave, con coinvolto addirittura un bambino. E’ una problematica che non può passare inosservata. Sulla nave c’erano 5000 persone, in pratica è come un paese che si muoveva. Le cabine dove ragazzi e ragazze alloggiavano, erano sparpagliate in tutti i piani e su quindici ponti”.

C’era il controllo da parte degli accompagnatori?
“Certo, e i professori presenti hanno fatto tantissimo. Ma era praticamente impossibile pensare che due professori, per 30 alunni in media, potessero vedere tutto quello che succedeva a bordo. Cosa dovevano fare? Andare a bussare ad ogni cabina? Fare il giro dei ponti e passare da un piano all’altro? E poi c’è da evidenziare un aspetto”.

Quale?
“Il problema che è stato evidentemente sottovalutato era un altro: i ragazzi potevano essere estremamente responsabili, così come i controllori potevano tranquillamente fare al massimo il loro dovere. Ma come fai a controllare tutte le persone che entravano ed uscivano nelle varie tappe della nave? Era praticamente impossibile. Chiunque poteva salire. Anche chi era male intenzionato”.

Suo figlio come sta?
“E’ molto scosso. Nella scuola si conoscevano tutti e questa vicenda sarà impossibile da dimenticare. Ecco perchè continuo a ribadire che è assurdo organizzare gite di questo tipo. Spero vivamente che questa vicenda possa far cambiare la situazione”.

Una vicenda che ha sconvolto un gruppo di ragazzi poco più che maggiorenni, capaci di dimostrare una maturità fuori dal comune. In grado di affrontare e superare le 36 ore più complicate della loro vita, lontano da casa, dai genitori e da tutto ciò che era in grado di regalare loro sicurezza. Si sono trovati a gestire una situazione molto complicata, tra ansia, paura e momenti di sconforto. Al pari dei professori che li accompagnavano e che hanno affrontato, situazioni difficili e per le quali non erano preparati. Ora la palla passa agli inquirenti, che stanno cercando di fare luce su quanto accaduto.

 

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Paolo Colantoni