Una donna aveva scelto un modo molto particolare di passare il tempo. Fino a quando le forze dell’ordine non si sono stufate
Ogni giorno qualcuno si diverte a digitare – con lo sconosciuto – numeri casuali o di conoscenti per fare quelli che sono i classici scherzi telefonici. Chiamate moleste che non comportano nulla di grave se non il fastidio della vittima. Questo, per lo meno, fino a quando non scadono nella volgarità o, addirittura, nella violenza verbale.
Di recente in Giappone sta andando di moda l’assurdo hobby di chiamare le stesse persone decine di volte in brevissimi intervalli di tempo. Seppur non sempre offensive, queste diventando una costante che inevitabilmente scatena l’ira di chi viene scelto come bersaglio.
Tra quelli che hanno preso parte a questa assurda abitudine c’è anche una donna che ha deciso di prendere di mira le forze dell’ordine. Una scelta che lo scorso 15 maggio gli è costata l’arresto. La polizia della prefettura di Kagawa, infatti, ha riferimento ai media locali che la cinquantacinquenne è arrivata a effettuare ben 1.200 chiamate nell’arco di otto giorni tra il 20 e il 27 dicembre.
Non si trattata però di telefonate qualsiasi. Molte di queste avevano come scopo quello di insultare i poliziotti e di augurare loro la morte. Quando è stata catturata con l’accusa di ostacolo agli affari, la signora ha negato tutto, spiegando loro di non ricordare nulla.
I tabulati telefonici, però, non mentono. Tante le frasi minatorie e offensive pronunciate nei loro confronti, tra cui, la più ripetuta: “Buon Natale, muori!”. Un caso quest’ultimo che ha scatenato l’ilarità del popolo giapponese sui social.
Centinaia sono stati i commenti alla notizia, alcuni di questi molto simpatici, come: “È allo stesso tempo allegro e scortese”. O ancora: “Avrebbe dovuto fermarsi a 1.100 volte”. Tra questi, però, c’è anche chi si è chiesto come mai la giustizia abbia impiegato così tanti mesi a fare il suo corso, arrivando all’arresto solo molto tempo dopo il fatto.
A questo ha provato a rispondere lo studio legale Very Best. In un lungo testo hanno spiegato che prima di poter intervenire le autorità devono dimostrare che la donna ha ostacolato in modo significativo la loro attività. La sua azione, inoltre, dev’essere dettata da uno scopo modo malizioso e da una possibile instabilità mentale.
Per di più, questi sono consci che una volta presentata davanti al pubblico ministero, questa potrebbe comunque scamparla. Questi, infatti, rinviano i casi circa il 57% delle volte quando il sospettato mostri rimorso o sia disposto a pagare un risarcimento. Rendendo l’intera indagine in qualche modo priva di significato.