A Notizie.com l’ex giocatore della Dea non nasconde la gioia: “Tutta la mia famiglia vive a Bergamo, da Dublino nessuno dorme più. Lì c’è solo la squadra e la gente si merita questo successo”
E’ nato a Pescina, ma calcisticamente è “nato e cresciuto” nell’Atalanta. Dall’Abruzzo si è trasferito a Bergamo alla tenera età di 11 anni insieme alla famiglia per andare a giocare con la squadra bergamasca che l’aveva scelto tra mille ragazzini e ha fatto bene. Alla fine Luciano Zauri, oltre 450 gare in serie A, poco meno della metà nell’Atalanta, e fresco campione di Malta dove da allenatore ha conquistato scudetto e coppa Italia (e potrebbe venire in Italia ndr), ha festeggiato come un bambino davanti al televisore. “E’ stata un’emozione incredibile, solo chi ha giocato nell’Atalanta e ha sofferto può capire che significa vedere la squadra dove sei cresciuto e hai giocato in serie A arrivare a traguardi simili. Meraviglioso. Ho tutta la famiglia che vive a Bergamo, potete capire cosa stanno facendo è da dopo la partita che non dorme più nessuno…“, le parole di Luciano Zauri a Notizie.com.
Conosce benissimo tutto dell’Atalanta, conosce bene anche Percassi è rientrato in società (perché aveva lasciato nel ’94 a Ruggeri) quando lui stava andando via alla Lazio e a Notizie.com ricorda: “Lì ho ancora tanti amici, tantissimi e vado spesso anche perché lì c’è tutta la mia famiglia. Percassi è stato incredibile, ha fatto un lavoro eccezionale in questi anni. Dovete capire che a Bergamo c’è solo l’Atalanta, la gente vive per la squadra, magari succede la stessa cosa in altre realtà, ma lì, almeno io che ci ho giocato, so che significa avere una curva del genere dietro le spalle che ti supporta in un modo pazzesco, ecco perché c’è questo legame, c’è sempre stato prima quando c’ero io, anche negli anni più bui e dove si è sofferto tanto anche a causa del Covid, figuriamoci ora che c’è da festeggiare e hanno ragione a farlo. Se lo meritano, anzi strameritano”.
Se solo penso che quando sono andati via dall’Abruzzo, i miei sono venuti con me e adesso sono io che vado in giro per l’Europa e loro sono rimasti lì perché si sono innamorati di Bergamo e dell’Atalanta. Ho due nipoti che vanno tutte le domeniche allo stadio in curva, l’Atalanta è rimasta dentro, in tutti i sensi”.