Prima volta senza catene. Ilaria Salis, la 39enne attivista italiana a processo a Budapest con l’accusa
di aver aggredito dei militanti di estrema destra, arriva in tribunale per l’udienza senza manette e senza ceppi
Budapest, 8,30 del mattino. Piove. Da un taxi giallo scende lei, Ilaria Salis, la 39enne attivista italiana a processo in Ungheria con l’accusa di aver aggredito dei militanti di estrema destra, da ieri agli arresti domiciliari.
Felpa rosa, jeans neri strappati, un sorriso accogliente e il padre Roberto che le cinge le spalle a protezione dei cronisti, dei fotografi, dei cameraman. “Voglio ringraziare tutte le persone che mi hanno supportato”. Poche parole pronunciate a passo veloce, prima di entrare in tribunale per una nuova tappa della sua vicenda processuale. Ma la notizia è che Ilaria Salis in tribunale ci arriva per la prima volta senza catene, senza manette, senza guinzaglio. Senza ceppi. Insomma libera e liberata rispetto a quelle immagini di alcuni mesi fa, che diedero il via alla storia mediatica dell’attivista, ora candidata alle prossime europee con Avs.
Ad attendere Ilaria Salis non solo i giornalisti ma anche il gruppo dei suoi amici, e tra questi Zerocalcare. Proprio oggi dunque era fissata la terza udienza del processo, e proco prima che questa iniziasse, Manuel Jacoangeli, ambasciatore italiano a Budapest ha dichiarato ai cronisti sull’ ottenimento degli arresti domiciliari, “E’ un bel risultato per il quale abbiamo sempre lavorato, rasserena tutta la situazione e le consente di affrontare meglio tutto il processo stesso. Abbiamo suggerito ripetutamente alla famiglia di intraprendere questa strada e l’ambasciata appoggerà sicuramente una richiesta di domiciliari in Italia”,
ha aggiunto. Ilaria Salis in carcere a Budapest ha trascorso 466 giorni. La svolta arrivata 7 giorni dopo l’ordine di scarcerazione firmato lo scorso 15 maggio da 3 giudici del tribunale ungherese di secondo grado. Ieri mattina poi, intorno alle 11.30 si è aperto il portone di ferro della prigione vicina al Danubio.
Roberta Salis non ha potuto ovviamente festeggiare i tanto attesi e sperati domiciliari. Ha mangiato però una pizza margherita coi genitori, bevuto una birra ungherese, ha telefonato ai 2 fratelli, sentito un paio di amici e parlato coi suoi legali. Il domicilio di Ilaria Salis a Budapest deve restare, per chiari motivi, segreto. L’attivista ha poi visto il tg italiano, letto quotidiani, osservato il padre che fa campagna elettorale al suo posto. Già, la campagna elettorale con Avs per il voto dei prossimi 8 e 9 giugno. Roberto Salis, nel parlare in queste ore con la stampa, non ha dato per il momento indicazioni su quando la figlia possa avere la possibilità e la forza di partecipare ad eventi, ma si augura che la “sua Monza” quanto prima accolga Ilaria, che se eletta “vorrebbe occuparsi dei diritti dei detenuti”. Soprattutto di quelli detenuti all’estero che sono 2500. Ma intanto la strada verso la liberta vera e reale è piena di curve. Quelle del processo con l’accusa di aver aggredito dei militanti di estrema destra.
Durante il processo di questa mattina però accade qualcosa di inaccettabile, Il giudice Josef Szos ha rivelato l’indirizzo dove Ilaria Salis sta scontando da ieri i domiciliari. “Adesso abbiamo una situazione assolutamente ingestibile quindi il governo deve prendere subito posizione e deve fare in modo o che Ilaria venga trasferita immediatamente in Italia o che vada ora in ambasciata”. Ha commentato così Roberto Salis quanto accaduto. Intanto il processo è stato aggiornato al 6 settembre il