Qualche mese fa è andato un scena in scena un furto di 999 scarpe, in seguito alle indagini la polizia ha arrestato i colpevoli
In Giappone, più precisamente nella città di Tokyo, è in corso un’indagine della polizia per il furto di alcune scarpe di grande valore. Un caso che, oltre all’enorme stupore, ha scatenato nel Paese anche una certa ilarità. Curioso, infatti, è il numero di calzature che sono state trafugate: 999. Al centro dell’inchiesta ci sarebbero due uomini giapponesi che, all’inizio di quest’anno, sarebbero riusciti a entrare nel magazzino durante la notte e a portar via in una volta sola l’ingente quantità. Non è noto il modo in cui questi siano stati in grado di superare i sistemi di sicurezza e intrufolarsi nell’area.
Dopo l’arresto, avvenuto lunedì, è stata anche svelata l’identità dei due rapinatori, individuati in: Xin Yannan, dirigente di 28 anni di un’azienda di vendita di scarpe, e Shao Mingzhi, un lavoratore dei trasporti di 41 anni. Dagli interrogatori svolti in questi giorni non sono emerse informazioni utili. Da alcuni mesi le forze dell’ordine sono al lavoro per venire a capo di questa intricata situazione, ma i risultati sembrerebbero scarseggiare. Il loro ingresso nei magazzini, d’altronde, sembrerebbe esser stato pulito, senza alcuna forzatura neanche delle porte d’ingresso.
Il tutto sarebbe andato in scena nella notte tra il 5 e il 6 gennaio. Il valore della refurtiva si aggirerebbe intorno ai 18 milioni di yen, l’equivalente di quasi 106.000 euro. L’obiettivo dei ladri sarebbe stato quello di sottrare le scarpe per poi rivenderle illegalmente per cifre simili a quelle di vendita. Non è chiaro se sia stato raggiunto oppure bloccato dalla nascita delle indagini. Il portavoce della polizia cittadina ha reso note informazioni limitate alla stampa, tra queste – secondo quanto riportano i media locali – la destinazione del materiale. Dopo la rapina le scarpe sembrerebbero esser stare imbarcate per la Cina, per esser poi probabilmente vendute.
Per quanto riguarda le modalità di irruzione nel magazzino, questa potrebbe essere avvenuta in un modo più semplice e banale del previsto. Xin, uno degli indagati, sarebbe stato in possesso della chiave. Questo perché la sua azienda di vendita sarebbe in stretto contatto con quella che gestiva i magazzini. Non è chiaro, comunque, se alle spalle di questa maxioperazione illegale ci sia anche un complice. Qualcuno che abbia fornito i dettagli necessari per bypassare ogni genere di ostacolo. In questo senso saranno necessari ulteriori controlli e una ricerca più approfondita delle prove. Nel frattempo, i due saranno portati a processo dove dovranno dimostrare la propria innocenza dopo aver negato le accuse.