“E’ una frase da capofazione. E il problema è che quel verbo “spacca”, si tradurrebbe in danno e spaccatura per il Paese”. Va dritto al punto Walter Verini, senatore Pd, che con Notizie.com commenta il duello a distanza Meloni-Schlein sul premierato
La “terza Camera dello Stato” avrebbe dovuto ospitare il faccia a faccia. Il direttorissimo Bruno Vespa sarebbe stato l’arbitro del match. La Rai avrebbe “incassato” l’audience del duello tanto atteso prima, quanto commentato poi, quando è stato giudicato non rispettoso della par condicio. 4 Partiti di maggioranza non hanno infatti gradito la propria esclusione dai giochi.
Ma questa è storia trita e ritrita, mentre lo scontro consumato a distanza proprio tra le due protagoniste del confronto mancato, è questione di meno di 24 ore fa. Trento, Festival dell’Economia. Giorgia Meloni ed Elly Schlein vengono intervistate non contemporaneamente, ma a distanza di poco tempo sullo stesso palco da Maria Latella. Format del duello certamente meno intensa, meno spettacolare, ma come si dice in certi casi: la sostanza è quella che conta. Premierato, lavoro, redditometro, Superbonus. Questi i temi del botta e risposta.
Sul lavoro l’attacco di Meloni è andato dritto al Pd: “Ringrazio la segretaria del Pd Schlein per ricordarci i disastri che la sinistra al governo in 10 anni ha portato in Italia. E’ vero che i salari crescono meno di quanto crescano in Francia” ma “negli anni precedenti al Covid i salari diminuivano dell’1,5% mentre in Germania aumentavano del 16% e in Francia del 9%. Può chiedere questo alla segretaria del Pd, cosa pensa dei risultati portati sui salari dalla sinistra al governo”. E su questo quale è stata la replica della segretaria del Partito Democratico? “Cosa rispondo a Meloni? Che se la sinistra avesse fatto tutto bene in questi anni, una come me non avrebbe mai vinto le primarie del Pd… Sono io che chiedo a Meloni: per quanto tempo, dopo 19 mesi al governo, continuerà a scaricare sui governi precedenti anziché assumersi le responsabilità?”.
Premierato, duello a distanza Meloni-Schlein
Ma siccome la campagna elettorale è quasi agli sgoccioli, e poichè le ultime curve da percorrere sono sempre più le pericolose, nel duello tra leader non poteva non essere giocata la carta del premierato, linea di demarcazione ben definita non solo dei due principali partiti del Paese, ma in generale dei due schieramenti che si oppongono in Parlamento. Per Meloni la riforma del premierato è la madre di tutte le riforme, quindi ieri da Trento è arrivata al punto di dire, “Attualmente la mia vita si svolge così: mi alzo la mattina, cerco di risolvere problemi, vado a dormire, rimane poco tempo per mia figlia. Davvero qualcuno pensa che il mio obiettivo è continuare a fare questa vita? Quindi, io voglio lasciare qualcosa: o la va o la spacca, nessuno mi chieda di scaldare la sedia”. La segretaria del Pd dal canto suo, resta attaccato al refrain che da sempre accompagna il dibattito sul premierato: no all’elezione diretta del premier. Ma nemmeno se la riforma sarà accompagnata da una legge elettorale a doppio turno? Viene punzecchiata Schlein “Qualsiasi proposta che contenga questa forzatura dell’elezione diretta del premier fa saltare l’equilibrio tra i poteri dello Stato. I poteri del Presidente della Repubblica, per noi, non vanno toccati”.
Premierato, Verini a Notizie.com: “Parole di Meloni? Frase da capofazione”
Ma restando sulle parole di Meloni, ecco che queste tra le opposizioni, una in particolare, hanno sortito come prevedibile critiche e commenti secchi. Come quello che abbiamo chiesto al senatore Pd Walter Verini, che abbiamo disturbato durante la moderazione di un’assemblea. Pochi istanti però glieli abbiamo strappati per farci dire che, “Nella frase pronunciata da Meloni sul premierato non ci sono nè senso dello Stato nè interesse generale del Paese. E’ una frase da capofazione. E il problema è che quel verbo “spacca” – con questo provvedimento e quella autonomia differenziata – si tradurrebbe in danno e spaccature per il Paese”