Una maxi operazione ha portato all’arresto di undici narcotrafficanti accusati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti
In Belgio negli scorsi giorni è stata completato un sequestro di droga da record. Nella Capitale di Bruxelles la polizia è riuscita a fermare un enorme spaccio di sostanze stupefacenti. Nelle indagini sono state coinvolte undici persone accusate di far parte di una clan di narcotrafficanti che si occupa della coltivazione, del trattamento e della vendita di droghe. Un’operazione che ha riempito le pagine dei quotidiani nazionali, glorificando gli artefici di questa scoperta. I criminali arrestati, infatti, sarebbero al centro della malavita nella zona sud della città. Questi governerebbero una mafia che guadagna anche sul riciclo del denaro e sul traffico illegale di armi.
Il tutto sarebbe partito da una semplice segnalazione. Le volanti si sono recati presso le abitazioni di un narcotrafficante dopo aver ricevuto una soffiata. Arrivati sul posto, però, non immaginavano quello che hanno scoperto. Da lì a poco la questione si è allargata drasticamente, trasformandosi da una semplice perquisizione a una vera e propria operazione antidroga. Nel giro di pochi giorni i controlli sono andati avanti, arrivando a perquisire altre sei abitazioni. Ai poliziotti si è aggiunta presto anche l’Unità Specializzata della zona (SRU) per la gravità e, soprattutto, il pericolo di quanto stavano affrontando.
La Procura fa chiarezza sull’arresto dei narcotrafficanti
A fare il punto su quanto scoperto è stata la Procura di Bruxelles che, per mezzo di un suo portavoce ha fornito ai media locali tutti i dettagli: “Le sei perquisizioni sono il risultato di un’ampia indagine sull’ambiente della droga. Poiché tutte e sei le perquisizioni sono state valutate come ‘rischiose’, a causa, tra l’altro, della possibile presenza di armi da fuoco o di sospetti a rischio di armi da fuoco, le perquisizioni sono state rafforzate con l’assistenza dell’Unità Specializzata della zona“. Degli undici arrestati nove di loro sono stati messi a disposizione del giudice per le indagini preliminari.
Il Gip ha predisposto su sette un mandato di cattura per detenzione di sostanze stupefacenti e spaccio, in associazione mafiosa. I controlli hanno portato alla luce anche ben due piantagioni di cannabis. A questi vanno aggiunti 150 chili che erano già stati lavorati ed erano pronti per la vendita, più un tesoretto da circa 115 mila euro. La Procura ha poi aggiunto che alcuni degli indagati potrebbero evitare il carcere ed essere rimpatriati: “Al momento sono in corso diverse verifiche in collaborazione con l’Ufficio Immigrazione e si sta prendendo al vaglio la possibilità di un rimpatrio di alcuni degli indagati“.