Andrea Savelli, attore, scrittore, regista e tifoso della Fiorentina, in esclusiva ai nostri microfoni: “Le tre sconfitte hanno un legame molto forte”.
Ancora una sconfitta in finale per la Fiorentina. Dopo i ko contro Inter e West Ham dello scorso anno, la squadra di Italiano perde anche contro l’Olympiakos rimandando l’appuntamento con il primo trofeo dell’era Commisso. Di questo ne abbiamo parlato in esclusiva con Andrea Savelli, attore, scrittore e regista oltre che grande tifoso della Viola.
Andrea Savelli, oggi è il day after. C’è più delusione, rammarico oppure ‘soddisfazione’ per il cammino fatto in Conference League?
“Soddisfazione assolutamente no. E’ ancora troppo a freddo. Delusione e rammarico possono lasciare spazio ad un pochino di rabbia nei confronti dell’atteggiamento con il quale la squadra è scesa in campo ieri sera“.
Tre finali perse in due anni. Qual è il problema di questa Fiorentina?
“Al netto che in questa squadra manca un po’ di qualità nei ruoli offensivi e i due con più talento come Bonaventura e Gonzalez hanno toppato di brutto, posso dire che la storia di queste tre finali è strettamente legata. La Fiorentina gioca la prima in Coppa Italia contro l’Inter lo scorso anno. Parte, domina, segna l’1-0. Poi al 30esimo contropiede per raddoppiare, Bonaventura se l’allunga, i nerazzurri pareggiano. E poi il 2-1. Nella ripresa dominano, non segnano e perdono. Da questa partita è completamente cambiato l’atteggiamento della squadra. Sia con il West Ham che con l’Olympiakos hanno avuto paura. Ieri la squadra ha giocato solo con i rinvii di Terracciano. Le tre volte che ha palleggiato ha costruito le occasioni. Giocando alla pari con l’Olympiakos c’è il rischio che ti prendi gol al 115, nonostante la rete sia stata viziata da un fallo. Atteggiamento sbagliato“.
Savelli: “Italiano va via. Palladino il migliore sostituto”
Italiano resta o va via?
“Italiano va via di sicuro a prescindere dal risultato di ieri. Magari c’è più possibilità che resti ora vista la delusione, ma credo che alla fine lui vuole andarsene. Forse c’è una piccola volontà della società a trattenerlo. Ma se convinci un allenatore così ambizioso, devi essere in grado di mettere a sua disposizione una squadra forte. A gennaio ricordo che hanno venduto Brekalo non prendendo nessuno. Forse con uno o due esterni si poteva vincere la Conference“.
Aquilani, Baroni, Palladino. Sono questi i tre nomi accostati alla panchina della Fiorentina. Quale profilo potrebbe essere utile alla causa della Viola?
“Chiunque venga rischia di essere un passo indietro rispetto a quello che ha fatto Italiano in questi tre anni. Baroni è un grande allenatore, ma è un rischio perché è di Firenze. Poi ha lavorato in squadre dove era più importante salvarsi. Ti direi Palladino. Credo sia il migliore: giovane e ambizioso. Perché se arriva Aquilani significa che l’intenzione del presidente è quella di fare una squadra con i giovani per non investire troppo in attesa magari di novità societarie. La Fiorentina ha tanti bravi giovani a spasso per l’Italia, ma non possiamo fondare la rosa di loro e con un allenatore abbastanza inesperto come Aquilani. Sarebbe un rischio e un segnale brutto dato alla città dopo una serata come quella di ieri. A precisa domanda sulla prossima stagione Commisso ha risposto vedremo. Io da lui mi attendo dichiarazioni diverse. Magari un compro 100 giocatori e vinco la Conference League visto che è il presidente più ricco della Serie A“.